L’associazione Città Delle Idee ritiene doveroso rendere pubblica una riflessione maturata tra i propri associati, in seguito alla atrocità del 25 gennaio consumata a Lamezia Terme (leggi articolo). Perché non è ammissibile, neanche in Medio Oriente, tollerare passivamente atti terroristici come quello consumato da noi. Un uomo è stato sparato e poi dato alle fiamme davanti il cancello di casa. Cos’altro deve accadere per scuotere le coscienze di una città e di una nazione? Possibile che giornali nazionali abbiano saputo occuparsi del caso senza porre l’attenzione su un atto di puro terrorismo inammissibile? Ma soprattutto, vogliamo almeno spendere una parola, un pensiero per le figlie? Speriamo solo che il tempo possa essere più clemente di molti benpensanti. Il 25 gennaio, in quell’auto, c’era un cittadino italiano che stava rientrando a casa. Uno come Noi, un figlio di Lamezia Terme, con pregi e difetti come tutti. Un caro amico, un conoscente o uno sconosciuto. Ma in ogni caso, un essere umano, che può sbagliare o essere sempre retto, ma che di certo aveva il sacrosanto ed inviolabile diritto alla vita! Già, lo stesso diritto al quale tutte le religioni del mondo danno la somma priorità, e che è il cardine della carta dei diritti inviolabili dell’uomo, fondamento della stessa unione europea. Le carceri brulicano di assassini, pedofili, stupratori. Gentaglia di ogni genere, ai quali è comunque riconosciuto il diritto di continuare a respirare, incontrare i cari, vivere.
In Calabria, a Lamezia, è ora di dire basta alla rassegnazione, che da troppo tempo porta la gente perbene ad accettare l’impunità di chi preme il grilletto nella notte, nascondendo le inefficienze dello stato dietro la parola “mafia”. È ora di dire basta alla paura vigliacca, che finisce sempre per spostare l’attenzione su discorsi che, stupidamente, cercano di trovare una giustificazione per l’accaduto omicida. Non c’è giustificazione, la vita è inviolabile. Stop. Nessuno può essere ucciso su sentenze di strada, nessuno! Poi, con quella atrocità… Dobbiamo reclamare a gran voce il diritto a vivere in un territorio che tuteli per davvero la vita di tutti, di chiunque. Allo Stato Italiano dobbiamo chiedere che gli autori di questo reato contro Domenico vengano trovati celermente e puniti con l’ergastolo, insieme ai mandanti. Servono leggi speciali? Le adottino! Ma facciano pulizia! Il 99,99% dei Lametini e dei Calabresi siamo persone perbene, e vogliamo vivere in un territori sicuro come previsto dalla comunità Europea! Usura? Regolamento dei conti? Non ci interessa, chi viene ucciso è sempre una vittima, ed è obbligo dello Stato trovare i responsabili applicandogli la giusta pena. Senza dover aspettare che tra 10 anni si pentano, dopo aver ucciso chissà quante altre persone! Vanno trovati subito! E’ per questo, che in qualità di cittadini della Repubblica Italiana facciamo un appello al Ministro dell’Interno Alfano affinché questa atrocità avvenuta a Lamezia Terme non rimanga impunita, ma possa essere d’esempio! Mandino i RIS, le unità speciali, gli investigatori più bravi d’Europa, mandino chi vogliono, adottino finalmente le leggi speciali che servono per reprimere condotte illecite come queste, ma trovino i responsabili, affinché possano essere rinchiusi in carcere a vita. Ed avere il tempo sufficiente per pensare al dolore provocato alle figlie di 2 e 5 anni, che si cresceranno senza il papà. A soli due e cinque anni.
Associazione politico-culturale “Città delle Idee”