C’è qualcosa nell’aria, da un po’ di tempo a questa parte, una sorta di rumore marziale di tacchi sbattuti… che ci sia un qualche Tejero in agguato in Vaticano? Chissà… (Il Tejero, per chi non lo ricordasse, è quell’ufficiale spagnolo che fece irruzione nelle ‘Cortes’, cioè nell’assemblea parlamentare di Spagna, nel tentativo di sovvertire le istituzioni più o meno democratiche (dico più o meno in quanto il ricordo del franchismo era all’epoca ben vivo da quelle parti). Il tentativo di golpe fortunatamente abortì per l’opposizione ferma del re Juan Carlos e dei suoi sudditi, detto con estrema semplificazione. Che papa Francesco sia inviso a certa Chiesa e a taluni poteri in comunione (sic!) di interessi con quella sembra evidente, come evidente è l’amore di tanta parte di ‘gente comune’ del Pianeta, praticanti o no e più o meno credenti, per questo Papa venuto ‘dalla fine del mondo’. Credo di poterlo affermare, quanto sopra detto, con sufficiente imparzialità, ed è triste e sconfortante, oltre che preoccupante, vedere come i soliti ‘persuasori’, per nulla occulti, con sempre più accanimento sottolineino anche le singole espressioni, o ‘uscite’ verbali, spesso tanto estemporanee quanto piacevoli e apprezzate, del Papa, per attaccarne l’insegnamento.
Purtroppo il nostro è un paese (secondo i canoni grammaticali dovrei scrivere ‘Paese’, per indicare una nazione, ma quella ‘p’ mi sembra sempre più minuscola, e quindi non mi adeguo…) che, oltre a soffrire di enormi amnesie, spesso confonde l’intelligenza con la furbizia, e questo credo sia un male enorme, un errore imperdonabile e dalle conseguenze nefaste. Parlo, nella fattispecie, di Giuliano Ferrara, ex estremista di sinistra, ex ministro berlusconiano, e attualmente, mi pare di capire, in marcia di avvicinamento alle posizioni filorenziane. Succede, in Italia succede questo e altro, nulla di sorprendente, ci mancherebbe altro.
Il signor Ferrara si dice preoccupato dalle esternazioni del Papa (‘p’ maiuscola), e teme di poterlo sentir dire, magari durante qualche volo, “li mortacci tua”’ (testuale su ‘La7’, ‘Le invasioni barbariche’), dopo aver ascoltato la famosa ‘parabola’ del pugno al dottor Gasparri (non il Maurizio nazionale, ma un signore che accompagnava il Papa durante il viaggio alla volta delle Filippine) se questi avesse parlato male della mamma di Papa Francesco. Che poi il Ferrara stesso si dichiari imbarazzato dall’atteggiamento aggressivo del Papa, e che a dirlo sia proprio lui che non perde occasione di dimostrarsi ‘urbi et orbe’ un vero campione di violenza perlomeno verbale… beh, questo mi sembra surreale e, in un contesto di normalità dialettica, inammissibile o risibile. Da persona più o meno normale, da spettatore, ritengo che il Papa, con quell’esempio pratico, mi abbia detto, e credo che come me lo abbiano interpretato altre centinaia di milioni di persone nel mondo, che se attacchi qualcuno negli affetti, nelle cose care, devi mettere in conto una risposta magari inconsulta o addirittura violenta, e lo ha detto e spiegato in maniera paterna, come si conviene ad un pastore di anime. Che Sua Santità (uso questa espressione per la prima volta in vita mia) venga per questo motivo additato come un pericoloso esempio di istigatore alla violenza e all’uso della forza, negatore del precetto del ‘volgi l’altra guancia’, mi sembra una operazione tanto faziosa quanto maldestra. Forse è il caso di aggiungere che il pulpito dal quale arriva la predica non figura tra quelli più autorizzati a farlo, visti i ripetuti cambiamenti ‘di sede e posizione’. Da altri ‘pulpiti’ qualcuno vorrebbe mettere in contrapposizione la figura del ‘Papa buono’ con quella del ‘Papa gaucho’, cioè la carezza di Giovanni XXIII con il pugno di Bergoglio… ma di cosa parlano? E con chi credono di parlare, questi signori? Davvero credono, costoro, di poter manipolare ad libitum le coscienze e la capacità di intelligere della gente, per comune che essa sia? Forse dovrebbero prendere esempio da quel tale Francesco, altro che propalare fandonie spacciate per frutto di capacità intellettuali…Aggiungo, in margine, che coloro che vedono il papa come un bonario dilettante allo sbaraglio forse stanno commettendo un marchiano errore di valutazione, ma questo lo dimostrerà, senza dubbio, la storia ventura.
Cataldo Antonio Amoruso, da Piacenza