I forestali nel corso di un’attività di controllo del territorio disposta dal Comando provinciale Crotone per contrastare l’escavazione illegale di materiale litoide hanno scoperto, nei giorni appena scorsi, nella loc. Cupone del comune di Rocca di Neto una cava abusiva. L’escavazione interessava un’area di circa 1000 m2 all’interno di uno scolo naturale delle acque. In seguito ad indagini gli agenti del Corpo forestale sono risaliti al presunto responsabile, A.C. un operaio 55enne di Rocca di Neto. Le sue argomentazioni volte a spiegare la regolarità dell’intervento, infatti, sono subito apparse contraddittorie. L’area risulta di proprietà del comune di Rocca di Neto. I forestali hanno constatato che era stata distrutta la macchia mediterranea, costituente bosco, già esistente nel sito.
Sono state integrate una serie di illegalità che comprendono l’esercizio abusivo di cava e quindi il furto essendo la proprietà comunale, l’invasione di terreno, la violazione delle norme edilizie e paesaggistiche, insieme ad altri reati. È stato realizzato, senza alcun titolo abilitativo, un capannone avente una pianta di 74 m x 6 m. L’area, peraltro, rientra nella perimetrazione della zona di protezione speciale (ZPS) Alto Marchesato e fiume Neto, equiparata ad area protetta. È inverosimile che tutte tali attività siano stati poste in essere da un solo individuo, per cui continuano le indagini volte a far emergere ulteriori responsabilità. Più che l’intraprendenza o la tracotanza del presunto responsabile colpisce che nessuna persona abbia segnalato al comune o anche alle Forze di polizia l’esistenza di abusi. Fra l’altro sono state interessate dagli scavi illegali alcune pendici mettendo a rischio la stabilità delle stesse. L’attività svolta dai forestali ha consentito di porre freno ad un’attività illecita molto diffusa nel territorio, con riflessi negativi sull’assetto idrogeologico. Sono in corso indagini ulteriori volte a far emergere altre illegalità.