E’ bastata la creazione di una pagina nell’immenso mondo virtuale di facebook per raccogliere l’adesione di una gran parte della popolazione cutrese che dimostra di avere recuperato un forte senso di appartenenza che sorprende abbastanza e che forse i sociologi non saprebbero spiegare. E’ possibile che chi si è iscritto alla pagina ha capito la grande importanza che può avere un gruppo i cui componenti possono essere costantemente in contatto dati gli strumenti oggi a disposizione che consentono ad ognuno, con pochi scatti di fotografare e trasmettere a tutti la realtà che incontra e gli interessa. La prima cosa che si osserva è che leggendo i post è proprio questa volontà di riaffermare parte di un’identità in parte perduta che si cerca di salvaguardare. Sulla pagina in questione se ne trovano delle belle, ci sono vecchi motti e proposte d’incontro per trascorrere serate in compagnia, persino le nomination per le secchiate ghiacciate a favore della SLA, si stanno rafforzando amicizie oramai perdute a causa della lontananza. La diaspora cutrese inizia nei primi del novecento con diverse fasi migratorie, l’ultima verso il nord Italia negli anni 60, soprattutto verso Reggio Emilia, che ancora oggi è inarrestabile. I post raccontano di tutto ciò che caratterizza queste giornate di vacanza e indissolubilmente si incrocia con la vita del paese: cucina, vengono postate pietanze piene di valore simbolico e rituali che riportano a tempi passati, vermituri (lumache dormienti che d’estate vengono portate alla luce da sapienti raccoglitori muniti di zappetta), soppressate, salsicce, peperoni, paste al forno, dolci tipici, frutta della “quota” del nonno che oramai non c’è più e se ne evoca la sua memoria con i suoi frutti che in tempi passati piantò, consapevole di lasciare qualcosa che parlasse di lui e dei suoi tempi ai nipoti ai posteri: fichi d’india, fichi, angurie da mangiare rigorosamente in spiaggia e condividere tramite foto mediante il social network, con agli altri membri del gruppo. La foto rappresenta un invito, dopo qualche istante, chi si trova nelle vicinanze accorre per degustarli insieme. Non c’è mai ostentazione ma desiderio di condivisione, che per un intero anno dopo aver saggiato “quanto amaro era il pane altrui” ora ci si ciba insieme di pietanze nostrane tutti in compagnia.
Un gruppo molto eterogeneo per età e provenienze, reggiani, parmigiani, germanesi, sguizzari, milanesi, e dei tanti territori che vengono frequentati da questi oriundi cutresi. C’è il germanese, in procinto di andare in pensione, che appena si sveglia augura il buongiorno a tutti gli amici del gruppo che conta circa 2560 adesioni. C’è chi propone al resto degli amici suggerimenti su come finire la giornata iniziata sulla spiaggia facendo proposte di gite nei paesini limitrofi, Le Castella, Crotone, Botricello per mangiare i caldi croissant e per i giovanissimi raggiungere qualche discoteca. Si saranno create tante nuove amicizie, forse sarà nato qualche amore, ed è stata stampata persino una maglietta con la scritta “sei di Cutro se…” che vanta tantissime ristampe e rappresenta il “marchio” di appartenenza al gruppo. Qualcuno sottolinea l’assenza di un saluto da parte degli amministratori locali, ma a quanto sembra se ne stanno lontani, per evitare critiche al loro operato. Nella pagina sono presenti tante lamentele sui tanti disservizi riscontrati, molte le fotografie di denuncia che ritraggono gli atavici problemi del paese che con l’arrivo degli emigranti si acuiscono, non certo per colpa loro, ma a causa dell’aumento della popolazione. Bidoni pieni e maleodoranti di spazzatura che vengono raccolti dopo alcuni giorni, spesso le soluzioni adottate come risposta sono affrettate e la protesta è arrivata al punto che alcuni sacchetti sono stati lasciati davanti al portone del Comune in Piazza. I partecipanti si sono ripromessi di mantenere in vita la pagina e di mantenere l’operatività anche per il futuro. Qualcuno propone anche un mega raduno una volta terminata la vacanza. Tanto il più è stato fatto, è stata messa una pietra per il recupero dell’identità di questo popolo disperso ai quattro angoli del creato. Il tempo trascorre veloce, soprattutto quando è tempo di vacanze. Iniziano ad apparire foto di addio, filmati pieni di voci di tristezza di chi si appresta a lasciare il paese alle prime luci dell’alba, e appaiono tante frasi di buon viaggio, di contro si risponde con foto di ingorghi autostradali raccontando in diretta l’odissea del suo cammino verso la seconda casa/patria. Chi invece rimane, ricambia con foto del goduto mare. C’è anche chi è già arrivato ma ancora non si dà pace, posta pieno di nostalgia le foto del cielo grigio e piovigginoso del nord che li ha accolti, si ricorda ancora di quel mare, di quel cielo di Cutro che nonostante la schiuma, la carenza di acqua, nei loro cuori sarà sempre più blu.
Raffaele D’Angelo