“Un buon giornalista, che io conosco solo attraverso il grande genitore, ai cui funerali ho partecipato in maniera anonima un paio di anni or sono, in un articolo su un giornale locale malamente titolato solo per far cassa, si domanda con la sua solita penna acuta e leggibile “Ma chissà se la notizia del sequestro (del depuratore di Cirò Marina) … avrà la stessa ricaduta turistica della bandiera blu”. Un mare inquinato non acchiappa, non convoca e non mantiene turismo: è scontato, ovvio e lapalissiano – afferma in una nota l’ex sindaco di Cirò Marina, Luigi Ruggiero. Un mare caraibico dove, come Modugno cantava quasi riferendosi al mare blu del “Caricatojo”, i delfini giocano come bambini; un mare trasparente dai fondali “verdi e blu” e dai “tesori immersi, sommersi” avvince e convince. Da qui la necessità di recuperare la notizia alla Dea della Verità, puntando soprattutto sulla onestà intellettuale dell’articolista, che, da figlio d’Autore, non farà mancare il proprio essenziale contributo. Le analisi delle acque sul tratto di mare prospiciente il depuratore, nel monitoraggio che si esegue stagionalmente, sono sempre risultate poco ossequiose dei parametri microbiologici di legge, tant’è che già “ai tempi miei” veniva interdetto alla balneazione. La FEE per le verifiche sul territorio si è sempre avvalsa della collaborazione puntuale del Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente; solo da poco si avvale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Le dichiarazioni contenute sui Questionari attraverso cui i Comuni si candidano all’assegnazione del prestigioso vessillo FEE – dichiarazioni, supportate, ove necessario, da idonea documentazione e che sono annualmente verificati oltre che dai Carabinieri e dalle Capitanerie di Porto anche da osservatori della FEE – vengono aggregate in quattro gruppi di tematiche, alle quali una Commissione competente assegna un voto diversificato per Certificazione Ambientale, Acque di balneazione, Depurazione acque, Gestione Rifiuti, Educazione Ambientale ed Informazione, Iniziative per la Sostenibilità Ambientale, Turismo, Spiaggia, Pesca professionale, Efficienza Energetica.
“Il voto complessivo conseguibile da ciascun (comune) candidato, nell’ipotesi che per ciascuno delle 10 tematiche ottenga il voto massimo, risulta pari a 100”. A parte il fatto che i prelievi “da noi” sono stati eseguiti nei periodi di pioggia da “diluvio universale” che ha tempestato i nostri territori e ha mandato in tilt le pompe di sollevamento e quindi il Depuratore comunale, da quanto sopra ne consegue che un Comune con tutti i prelievi delle acque di balneazione “di peso” e uno “di meno peso” o addirittura con titoli di non balneabilità, può ottenere 80 o 90 0 95 e risultare assegnataria della bandiera blu delle spiagge pure con un tratto di mare “non balneabile”, come è successo anche “ai miei tempi”. La canea sollevata all’indomani del contributo giornalistico, che non avevo letto e che mi è stato presentato da Franco Carluccio anche a riprova del suo comportamento corretto, appare per questo strumentale e pericolosissima: strumentale soprattutto per la qualificazione dei “Mi piace” cliccati e per i commenti poco corretti seguiti allo stesso “Ma Ke schifo…altro ke bandiera blu…ma vergogna” “mi piacerebbe sapere quale imbrogli ci sono dietro questa bandiera blu…i vommicu”; pericolosissima perché sputa fango su una città, che vuole crescere e svilupparsi in democrazia e in opere di civiltà e che non sta subendo, né ha subito, la vergogna dei cumuli di immondizia che ha indirizzato Striscia la Notizia e le Iene nella Calabria “di noi”. (Tutti ricordano Reggio di Calabria, Crotone, Cariati,ecc. sommersi dai rifiuti). L’articolista del giornale locale, per il giornalista serio ed impegnato che si stima, certamente ora interverrà sul problema, novellando Verità e un mare “nostro” dove “potersi godere un soggiorno con un rapporto qualità/prezzo invidiabile” e dove i delfini sono di casa e giocano come i bambini”.