Dal 1° al 3 aprile, il presidente della Cooperativa pescatori di Punta Alice di Cirò Marina, Geppino Malena si è recato per la seconda volta a Bruxelles, nella prestigiosa sede della Commissione Europea, al seguito di una delegazione della CGIL Calabria, del responsabile regionale Michele Gravano e del parlamentare europeo PD Andrea Cozzolino, per cercare di fare luce sulle troppe problematiche che da tempo affliggono il settore pesca in Calabria riducendo i pescatori sul lastrico, date le norme estremamente restrittive che hanno colpito questa categoria. La prima volta, due anni fa, Geppino Malena ebbe modo di esporre questa situazione, già allora disperata, al vice commissario europeo alla pesca Guido Milana, il quale aveva promesso di interessarsi per apportare delle modifiche al quadro regolamentato dall’Europa, ma in seguito tutto svaniva nel nulla. Questa volta la trasferta si è rivelata più fortunata in quanto l’interlocutore diretto della delegazione CGIL calabrese a Bruxelles, si è trovato ad essere, per puro caso,in quanto di turno a presiedere la commissione europea, Martin Lopez, vice commissario europeo spagnolo, il quale, pur essendo li’ per rappresentare il suo Paese, ha dimostrato un’enorme disponibilità ed attenzione verso la rappresentanza calabrese, chiarendo anche alcuni aspetti nebulosi riguardo tutti i veti che hanno colpito il settore pesca in Calabria.
Liguria, Toscana e Puglia si, Calabria no
“La commissione europea – spiega Lopez – si attiene alle direttive provenienti dai vari Stati membri per cui è tutto variabile da Stato a Stato”. Di fronte ai veti insormontabili imposti ai pescatori in Calabria, il vice commissario Lopez si è detto perplesso, dato che invece la regione Liguria, la regione Toscana ed ora anche la regione Puglia hanno presentato un piano di gestione per poter effettuare la pesca del novellame, nello specifico il rossetto ed il cicirello, ottenendone il permesso. Come mai la Regione Calabria non ha fatto altrettanto? Il vice commissario spagnolo Lopez si è impegnato, attraverso il nostro parlamentare europeo Cozzolino, ad ammonire la Regione Calabria che, pur avendo facoltà ed autorità per poter deliberare in materia di pesca, non ha mai effettuato un piano di gestione in tal senso, lasciando i pescatori soli nei loro problemi. Non solo, ma l’assessore regionale alla Pesca e Agricoltura (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) Michele Trematerra si è dimostrato sempre latitante e sordo ad ogni richiesta dei nostri pescatori, praticando solo il divieto e la repressione, attraverso tutte le forze dell’ordine possibili.
I Paesi fuori dalla CE pescano nel Mediterraneo
“E come mai, si chiede Geppino Malena, il Marocco, la Tunisia, la Turchia e l’Albania, che non fanno parte degli Stati membri della Comunità Europea possono pescare liberamente nel Mediterraneo e noi dobbiamo subire tutti questi veti che stanno portando l’arte della pesca alla distruzione? Per noi, prosegue Geppino Malena, la pesca è più di un mestiere, è un’arte, che ci è stata tramandata dai nostri stessi progenitori,non ci siamo improvvisati, noi il mare lo conosciamo, lo amiamo e lo rispettiamo. Il Mediterraneo ci è stato consegnato (metaforicamente, si intende) dai nostri padri, che hanno sempre pescato rispettando i cicli naturali e diversificando la pesca. Come sulla Terra c’è il periodo della semina, della coltivazione e della raccolta, cosi’ anche il mare ha i suoi cicli”. A Febbraio, Marzo e Aprile: novellame, rossetto e cicirello; ad Aprile e Maggio: palangaro in profondità, merluzzi, scorfani; a Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto: pesce spada e tonni; Settembre, Ottobre: riposo; Novembre e Dicembre: periodo di transizione con pesca diversificata secondo ciclo naturale. I severi divieti non riguardano però solo il novellame, che già di per sè è un vero dramma, considerata anche l’importanza che riveste nella nostra tradizione gastronomica tipica locale, favorendo anche un turismo gastronomico che ci ha sempre privilegiato e contraddistinto, ma riguarda anche i tonni ed il pesce spada sui quali vigila l’ ICCAT (commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi in Atlantico, compreso il Mediterraneo) responsabile della pesca del tonno rosso, pesce spada ed altre specie di tonni. “Chi saccheggia le nostre risorse ittiche, prosegue Geppino Malena, con atti quasi di pirateria nelle attività di pesca, non siamo certo noi pescatori calabresi o di Cirò Marina, ma le navi da pesca che hanno libero accesso al Mediterraneo, provenienti anche dal Giappone. Altri invece, ad esempio il Marocco, ricevono addirittura finanziamenti da parte della Comunità Europea per le pesche speciali di tonni. E per avere il diritto di pescare pure noi, che dobbiamo fare, trasferirci in Marocco o in Turchia? Le direttive politiche italiane, paradossalmente, inseguendo oscuri e incomprensibili interessi, sembrano quasi privilegiare la vendita di prodotti congelati ed importati, di basso costo, a discapito del prodotto fresco, nostrano, sano e genuino ma più caro.
Quel pesce ghiaccio…
In Calabria, continua Geppino Malena, l’etichettatura del novellame, per consentirne la vendita, deve recare chiaramente la specifica definizione”pesce ghiaccio” proveniente dalla Cina senza essere nemmeno a conoscenza da dove esso viene pescato e per lo Stato italiano e la Regione Calabria questo va bene, salvo scoprire, magari tra una ventina d’anni, l’esistenza di un’altra mucca pazza, questa volta nel mare. Un altro nostro punto dolente sono le reti: nel lontano 1998 l’Italia, a suo dire, minacciata da una forma di embargo americano, ci vietò l’uso della spadara, la più selettiva di tutte le reti, detta derivante, solo su basi di una cattiva informazione, ritenendo i pescatori calabresi e siciliani colpevoli di imprigionare nella rete anche delfini e tartarughe marine, cosa assolutamente non vera in quanto le spadare catturavano solo ed esclusivamente tonni e pesce spada, data l’ampiezza del tipo di maglia, altamente selettiva, tra i 40 ed i 50 cm di apertura. La spadara, veniva calata in mare nei mesi più caldi, da Maggio a Settembre, molto al largo, almeno 15 miglia dalla costa, consentendo cosi’ di fare riposare il mare sottocosta. Eliminata la spadara, racconta sempre Geppino, fu introdotta in sua sostituzione la ferrettara,una specie di rete pelagica con una maglia che arriva ai 18 cm, ed ora vogliono toglierci definitivamente anche questa, con la motivazione che non è selettiva e che, quindi, cattura anche i pesci piccoli, per cui, non si capisce più con che reti dobbiamo pescare in Italia, quando abbiamo acclarato, in commissione pesca europea, sempre attraverso il vice commissario europeo spagnolo Martin Lopez, che in Francia si pesca con una rete di 5000 mt denominata Tonnéé, sempre derivante, che si aggira dai 22 ai 25 cm di maglia, grazie ad un decreto presentato dalla Francia alla UE e che mette i pescatori in condizioni di lavorare. E la Regione Calabria, nella persona dell’assessore Trematerra, cosa ha fatto per noi, pur potendo, come hanno potuto altre regioni italiane? Un bel niente, lasciandoci soli nella nostra disperazione.
Monitoraggio imbarcazioni
Ma non abbiamo ancora finito; volendo sorvolare sul costo del gasolio che per noi incide pesantemente in quanto oscilla tra i 72 ed i 76 centesimi a lt mentre in Spagna e Francia il prezzo è sotto i 40 centesimi a lt, passiamo ad un’altra grande mazzata: i sistemi satellitari a bordo (obbligatori).Uno è il Blue Box, metodo di monitoraggio obbligatorio alle imbarcazioni da pesca superati i 15 mt di lunghezza; implica una tassa di 500 euro per il traffico alla Tai Sud Srl ed un contratto di manutenzione di altre 500 euro alla Norsat Italia Srl. L’altro è l’AIS, un sistema di monitoraggio generico per le imbarcazioni, a spese dell’armatore, pari ad un importo di 2000 euro per l’acquisto ed il montaggio. In pratica, afferma Geppino Malena, io, per essere controllato dallo Stato devo addirittura pagare e se la situazione rimane questa, senza altra via d’uscita per la nostra categoria, siamo pronti a consegnare le nostre imbarcazioni nelle mani dello Stato in cambio di un’occupazione che ci salvi dal lastrico”.