Un dettagliato report sui valori di radioattività e campi elettromagnetici, frutto di minuziose indagini sul territorio, è stato trasmesso dal Dipartimento di Catanzaro dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) al Comune di Tiriolo. Il documento, firmato dal direttore del Dipartimento, dott. Clemente Migliorino, conclude una lunga fase di indagini che i tecnici dell’Arpacal hanno fatto nel centro urbano della cittadina alle porte di Catanzaro, ma anche nelle popolose frazioni di Pratora e Sarrottino, ricadenti nel territorio comunale. “Lo studio – è detto nel documento in allegato – nasce dall’esigenza di indagare su alcune sorgenti di rischio responsabili di un presunto aumento di patologie tumorali nell’area che ricade nel Comune di Tiriolo.
La volontà dell’Amministrazione Comunale si è concretizzata con un incarico/convenzione al laboratorio Fisico Ettore Majorana del Dipartimento Arpacal di Catanzaro che ha consentito la realizzazione di un’attività di controllo sul territorio di alcuni agenti fisici inquinanti – radioattività ambientale e campi elettromagnetici – con l’intento di contenere eventuali rischi ambientali e proteggere la salute della popolazione residente”. “Le caratteristiche geologiche e pedologiche del territorio, la presenza di importanti elementi geologici, fratture della crosta superficiale presenti nell’area in oggetto – è detto nel report – non hanno permesso di escludere dalla lista dei potenziali agenti patogeni la più importante sorgente del campo della radioattività naturale: il radon”.
Il Report prodotto dall’Arpacal per il Comune di Tiriolo è anche il risultato di un dialogo partecipato con la popolazione, coinvolta nel progetto in occasione di un incontro pubblico, svoltosi nel marzo 2012, nel quale i tecnici dell’Agenzia ambientale calabrese hanno esposto metodi usati ed obbiettivi che si intendevano raggiungere. In quell’occasione, molti cittadini hanno dato la propria disponibilità a far sì che la propria abitazione fosse utilizzata come punto di indagine, ricevendo dall’Arpacal un certificato finale dei valori di radioattività naturale raccolti.