Una donna di Cetraro, nonostante il padre fosse morto nel 1996, ha continuato a percepire l’indennità di invalidità civile di cui era titolare il defunto genitore; allo stesso modo, altro suo concittadino ha “dimenticato” che la zia fosse deceduta nel 2003, continuando, anch’egli, ad intascare la relativa pensione. Le truffe sono state scoperte dai finanzieri della compagnia di Paola che, in collaborazione con i funzionari dell’istituto della previdenza sociale, hanno avviato le opportune indagini. E difatti, attraverso l’incrocio di numerosi dati, e’ stato possibile restringere il cerchio su alcune situazioni sospette. In particolare, focalizzando l’attenzione sulla categoria degli invalidi civili, i finanzieri hanno individuato una posizione pensionistica ancora attiva, riconducibile ad un uomo morto diciassette anni fa, la cui beneficiaria e’ risultata la figlia che, nel frattempo, è riuscita a intascare illecitamente piu’ di 96.000 euro. Le attivita’ dei finanzieri si sono poi concentrate su un’ulteriore posizione pensionistica ancora attiva ma riferita ad una donna defunta nel maggio del 2003.
A riscuotere, questa stavolta, il nipote, che in dieci anni ha sottratto la considerevole somma di circa 132.000 euro. I due dovranno ora rispondere del reato di truffa continuata ai danni dello stato: perfettamente in regola con le rispettive deleghe a riscuotere la pensione, per anni hanno nascosto all’istituto la morte dei congiunti. Una volta smascherati i due sono stati segnalati alla procura della repubblica di Paola (CS) che ha emesso nei loro confronti un decreto di sequestro per equivalente per un importo pari alle somme indebitamente riscosse, includendo beni mobili e immobili. Il servizio portato a termine dalla compagnia di Paola si inquadra tra i compiti demandati in via primaria alla guardia di finanza che, soprattutto in questo periodo di globale congiuntura negativa, svolge un ruolo fondamentale nel panorama economico e finanziario a tutela del bilancio sia nazionale che comunitario, mediante il contrasto a queste forme di illecito arricchimento che depauperando, come in questo caso, le risorse dell’Inps, finiscono per danneggiare la platea dei tanti invalidi civili e pensionati “reali”.