“Premesso che in tempi e condizioni di sviluppo e di florida economia, la realizzazione di una aerostazione lascia il tempo che trova, figuriamoci quali possono essere le aspettative in termini di tempo alla costruzione di un aeroporto, in questa condizione di recessione e di sottosviluppo – afferma in una nota Matteo Foglia dell’Associazione ‘Nuova Crotone’. Da qualche giorno, qualche operatore dell’informazione, grida sollecitazioni ai rappresentanti politici e all’ass. industria locale, affinché si adoperino a non consentire iniziative e ipotesi progettuali per la realizzazione di un aeroporto sul territorio della provincia di Cosenza, a tal proposito, nessuno può dimenticare che Cosenza ha un territorio e una popolazione che resta la prima provincia della Calabria e una delle prime in Italia: la provincia di Cosenza, solo per l’apporto universitario con una popolazione di studenti di oltre 35000 iscritti, gira una economia di oltre 30.000.000 di euro mensili; la provincia di Cosenza ha tratti di litorali marini nell’alto ionio e nell’alto tirreno di alto valore geoambientale-turistico ed economico; la provincia di Cosenza ha estensione di terreno agricolo di alto valore agronomico-orografico e di redditività; la provincia di Cosenza ha tradizione geopolitico di alta valenza, che ha fornito laboratorio e lustro al riguardo di iniziative e progettualità in favore della Calabria intera, in favore del meridione d’Italia e per le relative popolazioni, e per un territorio e una provincia che ha avuto personalità politiche che hanno operato in sede regionale e nazionale con caratteristiche e credenziali di primo piano e di primaria importanza, non si può pensare di impedire a candidarsi e aspirare all’ottenimento di serie infrastrutture per offrire mobilità ai cittadini locali e del mondo, utilizzando eventualmente fondi europei, dove la stessa comunità europea, ha previsto che in futuro vi sarà maggiore mobilità con la possibilità dell’apertura del 4 scalo aeroportuale in Calabria.
Ricordando inoltre, che la distanza Sibari-Crotone è uguale a Crotone-Lamezia, è uguale a Lamezia-Reggio Calabria; ad esempio: allo stato delle cose, la popolazione in mobilità del cosentino, fa riferimento all’aerostazione di Lamezia e difficilmente qualcuno del rossanese ha utilizzato il Sant’Anna; il vertice di confindustria, che sollecita il mettere il bastone tra le “ruote del carro” per l’accantonamento di ogni ipotesi su l’aeroporto a Sibari, avrebbe tutti gli elementi per elaborare scheda tecnica- economica, dove può rappresentare che l’ipotesi Sibari, se si verificasse, attiverebbe concorrenza e negatività per il Sant’Anna. Diversamente se fra 20-30 anni così come prevederebbe la Comunità Europea, si concretizza la ipotesi di un aeroporto a Sibari, questa infrastruttura, oltre a servire il territorio e le relative popolazioni del cosentino, abbraccerebbe parte del territorio Lucano il quale, oggi si riversa sull’aeroporto di Bari o su quelli della Campania e non toglierebbe popolazioni in mobilità del crotonese, “qualora il Sant’Anna resti in funzione”. Quindi, a parere di Nuova Crotone, i vertici di Confindustria assieme ai sindaci più usufruitori di questo scalo (Sant’Anna), debbono cercare di impegnarsi di più e attivare risorse finanziarie, ottimizzando le condizioni economiche-finanziarie-societarie, in modo da eliminare tutte quelle dinamiche che hanno procurato e procurano ancora oggi, vulnerabilità al prosieguo del sistema aeroportuale dell’aeroporto, senza farsi trascinare dalla ipotesi aeroporto di Sibari, che fra decenni potrebbe rappresentare una condizione in più di sviluppo e di opportunità di tutta la fascia ionica sibaritide-crotonese”