“Nel giorno in cui avranno luogo i funerali del piccolo Matteo, un bambino di 12 anni – afferma in una nota Fabio Pugliese – vittima della strada Statale 106 Ionica calabrese, e Sellia Marina si vestirà del lutto cittadino mentre l’intera Calabria si stringerà idealmente attonita, sgomenta ed affranta dal dolore accanto alla famiglia Battaglia colpisce una nota stampa dell’A.N.A.S. in cui si spiega che “La Calabria è una delle regioni nelle quali abbiamo in corso maggiori investimenti, dedicati sia alle nuove costruzioni che alle attività di manutenzione”. Premesso che sarebbe stato – a mio giudizio – più corretto che l’A.N.A.S. specificasse solo ed esclusivamente gli investimenti che dedica (e prossimamente dedicherà), per la S.S.106 (non si percepiscono, infatti, le ragioni per le quali si parla nella nota anche degli investimenti riguardanti anche altre infrastrutture), avrei gradito dall’A.N.A.S., invece, altre riflessioni (e/o spiegazioni), circa le ragioni per le quali la strada Statale 106 Ionica calabrese risulta essere una E90.
Su come è possibile che sulla “strada della morte” siano ancora oggi presenti accessi e diramazioni soggette a uso pubblico o privato non autorizzate e, quindi, in totale violazione del codice della strada; sulle ragioni per le quali ancora oggi – pur essendo stata ufficialmente invitata dal Ministero alle Infrastrutture con una lettera di sollecito del 9 luglio 2013 – Prot. 3238 – l’A.N.A.S. non ha provveduto a fornire al Presidente del comitato V.I.T.A. Pro S.S.106 di Cirò Marina, Ferdinando Amoruso (l’unico ed il solo che da oltre un decennio con eroico ed instancabile impegno lotta per l’ammodernamento di questa strada), i documenti che attestano l’idoneità statica del ponte sul fiume Neto ed i chiarimenti richiesti relativi ai lavori di messa in sicurezza nel tratto crotonese della strada Statale 106 Ionica calabrese; su come è possibile che dei 415 chilometri dell’intero tratto di S.S.106 Ionica calabrese ancora oggi ben 323,5 chilometri non solo non risultano ammodernati ma i progetti per il loro ammodernamento non sono neanche finanziati e, quanti secoli occorreranno a giudizio dell’A.N.A.S. prima che siano finalmente finanziati, appaltati e realizzati. Non credo serva aggiungere altro. Credo, tuttavia, di condividere totalmente il contenuto di uno striscione apparso ieri sera nella fiaccolata di Sellia Marina per ricordare Matteo che recita “Non serve l’esame di giuda ma quello di coscienza”. Auspico e spero che possa al più presto maturare una forte presa di coscienza sulle reali condizioni in cui versa oggi la strada Statale 106 Ionica calabrese in chi può e deve fare qualcosa. Personalmente, da giovane calabrese, non mi sottrarrò mai al mio diritto/dovere di cittadino libero e profondamente legato a questa terra di rivendicare con tutte le mie forze la necessità ormai improcrastinabile di ammodernare questa “mulattiera” di sangue, morte ed illegalità”