“Se non fosse bastato lo sfruttamento con cui l’ENI da 40 anni, succhia energia dal nostro territorio, lasciando solo inquinamento e miseria, oggi apprendiamo, ma la voce circolava già da tempo, che il governo PD – PDL, tramite un parere positivo del ministero dell’Ambiente, fregandosene apertamente di ricercare ogni parere di fattibilità e disponibilità ai diretti interessati in loco, regione Calabria, province e comuni, ha autorizzato ben nove società diverse a compiere trivellazioni nel territorio, terrestre e marittimo, della nostra regione, mirate alla ricerca di idrocarburi e prodotti energetici – afferma in una nota il Movimento Sociale Fiamma Tricolore Calabria. L’esperienza del crotonese insegna che oltre a tutti i pericoli che tale attività porta con se, non esiste per il popolo calabrese neanche il ritorno economico, perché non una briciola di energia viene reinvestita nella nostra terra.
Temiamo anche che, una volta saltate tutte le istituzioni calabresi, le società non si limitino ad installare semplici stazioni di studio e trivellazione, ma passino immediatamente all’installazione delle vere e proprie stazioni di pompaggio. I calabresi non devono consentire questo ennesimo sfruttamento. In casi come questo l’intera classe politica calabrese dovrebbe ritrovare l’unità di intenti motivata dall’egoismo regionale, ma abbiamo purtroppo la sensazione che certe operazioni di vertici non si fanno se non si ha la complicità dei “soliti idioti locali”, capaci anche questa volta di far precedere i propri interessi privati a quello collettivo. Le nostre radici ci impongono di rialzare la testa e non consentire quest’ennesimo tradimento, in altre epoche, quando si costruirono in Calabria centrali elettriche per lo sfruttamento di energia elettrica, prima si pensò a sfruttarla in regione e poi si partecipò all’economia nazionale, lo sfruttamento del metano insegna che ci hanno trattato da mendicanti, non lasciando neanche un’unità lavorativa sul territorio, acquisendo e chiudendo le fabbriche esistenti, non attuando una politica di tariffe agevolate per gli utenti calabresi o addirittura gratuita per edifici pubblici o altamente competitive per insediamenti lavorativi, regalandoci solo una “misera ricca prebenda” delle Royality, peraltro poco utilizzate per lo sviluppo della nostra terra”.