Nel pomeriggio di ieri personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione al provvedimento di custodia cautelare in carcere, a carico di 33 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi comuni da sparo e traffico di stupefacenti. Col medesimo provvedimento è stato sottoposto alla misura cautelare della custodia cautelare agli arresti domiciliari Valsavoia Corrado, classe 1989; mentre a carico di Taverna Marco, classe 1991, è stato sottoposto alla misura cautelare dell’ obbligo di presentazione alla p.g.. Il provvedimento, che segue quello di Fermo di Indiziato di Delitto emesso in data 25 maggio dalla D.D.A. di Catanzaro, in base al quale erano stati tratti in arresto 35 persone ritenute responsabili a vario titolo per i reati sopra specificati, compendia le risultanze di circa tre anni di attività investigativa, confluite in due informative di reato depositate nel dicembre del 2011 e nel mese di aprile del corrente anno. Il provvedimento cautelare è stato emesso allo scadere dei termini di 20 giorni di cui all’art. 27 c.p.p., dopo le O.C.C.C. emesse dai vari Gip (Torino, Reggio Calabria,Crotone) dichiaratisi incompetenti. La complessiva attività investigativa ha permesso di delineare il nuovo assetto criminale della cosca Vrenna-Ciampa’-Bonaventura e di identificare i nuovi accoliti e fiancheggiatori, nonché gli attuali rapporti e accordi vigenti con la cosca Megna dei c.d.“Papaniciari”.
In particolare, l’indagine ha disvelato il nuovo assetto organizzativo della cosca crotonese, retta da Ciampa’ Gaetano cl.46, detto “Barba”, divenuto l’unico interlocutore delle altre organizzazioni criminali della provincia, quali i Farao-Marincola di Cirò ed i Grande Aracri di Cutro. Sono stati raccolti numerosi ed inconfutabili elementi di prova in ordine a svariate estorsioni poste in essere dalla consorteria mafiosa in danno degli operatori commerciali di Crotone. E’ stato documentato altresì il capillare controllo della cosca nell’attività del trasporto dei componenti delle pale eoliche scaricati e stoccati in una zona del porto di Crotone, mediante atti intimidatori volti a favorire talune imprese impegnate nel trasporto di dette componenti a discapito di altre, in cambio del versamento di somme di denaro e di assunzioni di soggetti vicini alla cosca all’interno dell’area portuale e per lo svolgimento dei servizi di scorta dei trasporti eccezionali. L’attività tecnica ha consentito di delineare altresì il ruolo verticistico rivestito da Cazzato Egidio all’interno della consorteria criminale crotonese, e ricostruire gli attuali rapporti e accordi con la cosca confederata Megna di Papanice, con la quale è stata anche realizzata una “cassa comune” dove far confluire tutti i proventi delle attività illecite, specie delle estorsioni operate sulla città di Crotone, che vengono divisi in cinque parti. Parimenti, autorevole ed incidente sulle dinamiche criminali del capoluogo, è risultato il boss Cazzato Egidio, il quale, nonostante, allo stato sia detenuto, in quanto condannato in secondo grado ad anni 21 di reclusione, ha continuato ad esercitare la sua egemonia mafiosa, tramite i figli, a cui dava direttive per il compimento di azioni delittuose, soprattutto nel campo delle estorsioni in danno degli operatori commerciali di Crotone, e sui rapporti da tenere con la cosca Megna di Papanice, alla quale venivano versati regolarmente parte dei proventi dell’attività illecita.