Settecento reperti archeologici sono stati sequestrati dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza ed ora riconsegnati alla Soprintendenza archeologica della Calabria. Le operazioni, denominate Krimisa, San Sozonte ed Eracle, sono state condotte nelle province di Crotone e Cosenza. Alcune di queste opere finiranno all’Università della Calabria a disposizione di studenti, docenti e ricercatori. Il loro valore non è quantificabile. Si tratta di 260 manufatti fittili, tra anfore, pissidi e altri oggetti, 14 sculture in miniatura, 7 manufatti in bronzo, 306 monete di varie epoche, 39 monili e 10 stampi in terracotta, oltre a diverse antiche conchiglie. “La cosa più importante – ha detto il Maggiore Raffaele Giovinazzo, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Calabria – è che adesso, grazie ad una convenzione con la Soprintendenza, molti di questi oggetti saranno messi a disposizione degli studenti universitari per i loro studi”.