“Da quanto si legge in questi giorni sulla stampa locale è in corso una riflessione su come caratterizzare la conclusione del mandato amministrativo, atteso che il prossimo pronunciamento della Consulta deciderà sul futuro di tutte le Province italiane e, di conseguenza, determinerà ipso facto, in un modo o in un altro, la stessa evoluzione dell’immediato profilo politico della Giunta provinciale di Crotone – è quanto afferma in una lunga nota di riflessione, Giovanni Lentini, Assessore alla Cultura della Provincia di Crotone. Come si ricorderà, a seguito di alcune vicende extrapolitiche, più di due anni fa si diede vita a un rimpasto della compagine amministrativa con la chiamata a un impegno diretto di alcune personalità esterne ai partiti e ai gruppi consiliari, incaricate di portare un contributo di competenza tecnica e insieme di spessore culturale e morale all’interno di una maggioranza che aveva scelto di fare della moralità, della legalità e della trasparenza l’asse fondamentale della sua attività di governo. Dentro una simile cornice, perciò, non fu difficile l’inserimento di personalità, che, sotto quell’aspetto, davano il massimo della garanzia e dell’affidabilità. Con spirito di servizio, con autonomia intellettuale, e con tanta, tanta passione, io e gli altri “esterni” ci “buttammo” in questa esperienza, che ci ha arricchito sotto l’aspetto umano e della conoscenza della complessità dei problemi e dei meccanismi che presidiano al funzionamento della pubblica amministrazione. E’ stata una fase proficua, in cui la politica ha ritenuto di conservare più una funzione di indirizzo che di gestione vera e propria. In una situazione obiettivamente difficile, per le ripercussioni della crisi economica, per i tagli alla spesa pubblica, per il ventilato accorpamento della nostra provincia a quella di Catanzaro, che ha richiesto, per essere scongiurato, impegno di tempo e di energie, mobilitazioni continue, priorità nell’agenda politica, abbiamo cercato di onorare il mandato che avevamo ricevuto nel migliore dei modi. Personalmente ho puntato molto sulla coesione territoriale, sulla necessità che il territorio accettasse e condividesse l’idea che uniti si vince, divisi si perde. Ho potuto verificare su questa impostazione una larga adesione, senza distinzioni di appartenenza politica, senza gelosie e rivalità. Ho trovato sensibilità e collaborazione tra i sindaci, tra i soggetti sociali, in quella vasta rete di agenti singoli e collettivi che sono la ricchezza spesso sconosciuta di questo territorio. Di una cosa mi sono convinto: ce la possiamo fare. Dobbiamo lasciare da parte rassegnazione, vittimismo, pigrizia mentale e arretratezze culturali. Se restiamo sul terreno della difesa sempre più improponibile di vecchi schemi sociali, economici, civili, saremo spinti sempre più ai margini della modernità, isolati, ma, soprattutto, perderemo i nostri giovani, il loro sapere, il loro entusiasmo, il loro talento: la risorsa più grande di cui disponiamo. Per questo ho puntato molto sulla sfida dell’innovazione, sull’aggancio all’Europa, sulla valorizzazione della nostra cultura, del patrimonio paesaggistico, dei beni ambientali e storici, anche cercando di vivacizzare la nostra proposta e la nostra offerta culturale con idee e progetti che percorressero vie nuove, ma con l’unico intento di promuovere il territorio, di tenerlo all’interno dei principali circuiti culturali e turistici.
Ho creduto giusto e opportuno dare spazio e possibilità di agire alle energie intellettuali, alle competenze, alle professionalità, alle sensibilità espressive presenti nella provincia e anche nella regione. Credo di avere impostato un solido rapporto di collaborazione con gli assessori comunali alla Cultura di tutta la provincia, e con gli assessori provinciali della regione Calabria. Con i PISL -Progetti Integrati di Sviluppo Locale- , con i PLL -Piani Locali per il Lavoro-, con i GAC -Gruppi d’Azione Costiera-, con la nascita della Fondazione “Pinta” per la creazione dell’Istituto Tecnico Superiore per l’area nuove tecnologie per il made in Italy – settore produzioni agroalimentari- a cui dovrebbe seguire a breve la nascita di un Polo Tecnico Professionale specializzato nel settore turistico – filiera agroalimentare-, con la riqualificazione di Villa Berlingieri -a servizio dell’area archeologica di Capo Colonna-, con la ristrutturazione della struttura Desport -per l’utilizzo a fini sociali-, con il finanziamento triennale del Festival della Magia, e con tanti altri strumenti della programmazione europea abbiamo avuto riconoscimenti e finanziamenti importanti, che ci consentiranno la realizzazione di iniziative, di strutture, di idee che comporteranno un avanzamento del territorio e la possibilità di accedere a ulteriori fondi per incrementare lo sviluppo e valorizzare le nostre ricchezze. Europa e Mediterraneo sono stati i punti di riferimento del mio operato; l’Europa è la nostra patria più grande, il Mediterraneo il nostro teatro storico. Non credo che possiamo andare da nessuna parte chiudendoci, esasperando il localismo, favorendo la nostra marginalità e la nostra precarietà economica e sociale. Il nostro futuro sta nello sguardo rivolto in avanti con la memoria del nostro passato. Dobbiamo ridare senso alla nostra presenza nel mondo e nella contemporaneità. Devo dire che in questo ho trovato la massima condivisione da parte del presidente della provincia Zurlo, che non finirò di ringraziare mai abbastanza, tra i colleghi della Giunta, a cui mi sento legato da solida e fraterna amicizia, e anche nel governo regionale, da cui ho ricevuto, devo dirlo per onestà intellettuale, incoraggiamenti ed attenzioni. Ora la politica sta legittimamente valutando se in questo tragitto finale del ciclo amministrativo sia più utile e opportuno un assetto della Giunta provinciale riferito direttamente alle rappresentanze istituzionali. Saranno prese, quindi, determinazioni consequenziali che attendo con assoluta serenità e con totale rispetto, consapevole di avere ricevuto un grande onore nell’essere stato chiamato a servire la mia comunità, di avere fatto, con tutti i limiti umani di cui posso essere portatore, interamente il mio dovere, di essere, comunque, un crotonese “innamorato”, che non agirà mai per ripicca o per interessi personali. In qualsiasi trincea dovessi trovarmi, combatterò sempre per la mia gente con umiltà, con la modestia delle mie forze, ma anche con la consapevolezza che questa terra merita dedizione, sacrificio, amore e passione . E sinceramente non credo di essermi risparmiato”.