“La riunione tenutasi a Catanzaro non ha fugato le perplessità espresse dalla scrivente in merito alla prospettiva di riuscire a garantire ai cittadini calabresi il diritto alla mobilità – comunica in un nota Mario Pescatore dell’Unione Sindacale di Base. Abbiamo “apprezzato” la disponibilità delle OO.SS presenti al tavolo, di continuare a fare da garanti ad una Giunta regionale che, al di là di proclami e di fumosi impegni, nella sostanza nulla vuole investire delle risorse del bilancio ordinario in questo strategico e fondamentale comparto. Siamo critici rispetto a percorso individuato per le seguenti ragioni: Non hanno trovato risposte le richieste di utilizzare il fondo perequativo per finanziare il Tpl nonostante queste risorse siano destinate a finanziare settori produttivi in crisi; Il superamento della crisi non potrà trovare soluzione in ambiti governativi perché l’attuale Governo Letta, sostenuto dalle AADD e dalle OO.SS concertative, opera in piena continuità con il Governo precedente presieduto da Monti, che ricordiamo al presidente Scopelliti è quello che ha tagliato le risorse mandando in crisi il sistema; La delibera che prevede il taglio del 50% dei km/bus fino a settembre e del 30% per il rimanente periodo dell’anno 2013 è rimasta operativa, il che significa che le imprese non avranno a disposizione le risorse per garantire i salari alle lavoratrici ed ai lavoratori e i servizi ai cittadini; Non sono al momento strutturali le risorse necessarie a sostenere il sistema per il biennio 2014/2015 dentro il quale si dovrebbe concludere la riorganizzazione del settore e quindi la definizione di un piano organico di mobilità regionale.
Insomma stiamo per assistere all’ennesimo furto di diritti a danno dei cittadini calabresi. Dalla riunione non ci aspettavamo la soluzione definitiva del problema. Credevamo, dopo le rassicurazioni avute dall’assessore al ramo nella riunione del 24 u.s., che la Giunta regionale si attivasse a monitorare i vari capitoli di spesa allo scopo di reperire le risorse occorrenti a garantire il servizio fino a dicembre, senza aspettare la benevolenza del Governo centrale che sarebbe come dire “Campa cavallo che l’erba crescerà”. A questo punto diventa ancora più urgente socializzare la lotta a sostegno del diritto alla mobilità e per tutelare i livelli occupazionali. Invitiamo dunque i cittadini, che ancora non hanno compreso la gravità del momento, a farsi parte attiva, insieme alle loro rappresentanze istituzionali territoriali, a sostenere tutte le iniziative possibili a difesa del diritto alla mobilità che non è, come già detto, un problema solo per gli addetti ai lavori ma lo è per tutti i cittadini che dal mese di giugno saranno costretti, in questo difficile momento, a dover utilizzare, ovviamente per chi li possiede, i mezzi privati per i loro spostamenti ovvero rinunciare a recarsi al lavoro e/o raggiungere ospedali, scuole, università e strutture di interesse pubblico”.