”Dormi, riposa mio piccolo amore / posa il tuo capo, qui, sopra il mio cuore./Dormi, riposa amore di mamma /gli angeli in coro ti cantano Osanna./ Fa sogni d’oro, oh angelo mio,/in braccio ti prende il caro buon Dio./Di te a domandare vien la Madonna/ amore grande della tua mamma./ Chiudi gli occhietti e lasciati andare/ va nel tuo sonno e incomincia a viaggiare./ Corri tra i prati della bellezza/ saziati oh figlio, di tanta dolcezza!/ Dormi, riposa gioiello mio amato/ sopra il mio petto col capo posato./ Dormi, riposa fior di narciso/ colorano gli angeli il tuo bel viso./ Cento ghirlande di rose dorate/ nastri di corda e gemme sbocciate./ In questa notte che sonno non ha,/ dormi tesoro di mamma e papà./ Un bacio in fronte, amato mio bene /corone di angeli fatte di piume./Dormi, riposa mio piccolo fiore/ gioia mia grande, più grande amore./ Cogli le stelle ad una ad una/ piccolo fiore della fortuna./ All’angelo di Dio porgi le mani / dormi, riposa fino a domani.” Nel giorno della Festa della Mamma, domenica 12 maggio nel suggestivo borgo dell’antica Siberene, oggi Santa Severina, questa lirica che prende il titolo “Dormi, riposa” firmata dalla vibonese Giusy Staropoli Calafati ha riscosso il prestigioso primo premio “A Naca d’oro”, opera del M° orafo crotonese Michele Affidato, nell’ambito della 17^ Edizione del Concorso “Le Ninne nanne” di Castelfiaba. Si tratta di un concorso, ideato e coordinato dalla giornalista Lucia Bellassai, che vede protagonista la “ninna nanna”: di sicuro vero genere letterario poetico e musicale che dalla sensibilità degli adulti e soprattutto dall’amore materno penetra con dolcezza e sicurezza nell’animo ancora in fieri dei più piccoli. La giovane poetessa e scrittrice vibonese non è nuova a queste esperienze letterarie, ha già nel suo curriculum tante raccolte di poesia in lingua ed in vernacolo, e tanti saggi e racconti, ha già nel prezioso scrigno riconoscimenti prestigiosi ma il premio di Santa Severina è altra cosa e certamente più nobile per una poetessa che è prima di tutto mamma. La lirica “Dormi, riposa” è favola.
Un genere letterario non già ritorno all’antico nella nostalgia di una descrizione diversa piuttosto sono versi con moderni esiti e urgenti problematiche rivissuti attraverso la favola, ninna nanna nello specifico, che più degli altri generi dispensa molteplicità espressive. È più che attuale, l’ecologia fiabesca di un albero strappato alle radici, privazione affettiva, che le più deboli espressioni di una pseudo civiltà avvilisce, umilia, mortifica. I versi dell’amica Giusy son versi giovani pur col cuore antico. Sono espressioni che sanno di cielo e mare e di reconditi momenti affettivi, sono colorati di azzurro che penetrano tra le nebbie della quotidianità. Versi liberi e sinuosi impreziositi di parole calde, parole di tenera mamma, che partono dal cuore e al cuore tendono con l’evidente intenzione di suscitare gioia interiore. E tanto perché, per la Staropoli Calafati, la poesia “è la sola occasione di parole che ha l’uomo, che propaganda l’essere che gli appartiene, concedendogli, nella misericordia dei versi, la grazia che spera, accompagnandolo nel raccoglimento armonioso che questi merita attraverso la conversione di cui ha bisogno per vivere”. Insomma “è la prima e ultima scoperta da fare appena si nasce e prima di morire”. Siamo davanti ad una poetica che si muove attraversata da un vissuto di fantasia, di speranza, innocenza e poesia appunto. Tutto espresso con un linguaggio moderno che comunica emozioni con tanta musicalità. È voce pacata sussurrata con l’intensità della parola; è confessione e dibattito, anelito di comunione e fiducioso abbandono. Al postutto si può affermare, con serenità e certezza, che Giusy Staropoli Calafati ci racconta di una poesia che attraverso la sua voce confida sensazioni ed emozioni di un’anima assetata di luce e di bene come fa anche nel suo ultimo lavoro “Natuzza Evolo -due chiacchiere con Maria” edito da Falco e che presenterà, il prossimo 26 maggio, a Paravati presso la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime fortemente voluta appunto da Mamma Natuzza.