“L’incidente a Corigliano Calabro che ha coinvolto tre autovetture, un mezzo pesante ed un motociclo restituisce dolore, amarezza, tristezza e sconforto a quanti come me da tempo, troppo tempo, denunciano lo stato indecente in cui versa la strada Statale 106 Ionica – afferma Fabio Pugliese. E’ morto sul colpo, Domenico Iacino di 21 anni. Ai suoi amici e parenti rivolgo sentimenti di vicinanza e cordoglio, gli stessi che rivolgo alla famiglia ed al papà di Domenico che, appresa la notizia dell’incidente, ha avuto un malore e che spero possa riprendersi al più presto. Tuttavia, sulla strada Statale 106 Ionica a Corigliano Calabro, a pochi chilometri dal luogo in cui solo tre mesi fa morivano Valentina e Teresa Fiore (due sorelle di 21 e 25 anni), è morta anche una classe politica dirigente che è brava nella “migliore” delle ipotesi ad armarsi della fascia tricolore che indegnamente indossa nelle “esibizioni allegorico – folcloristiche” alle quali, in queste occasioni, non dimentica di partecipare non rinunciando a dichiarare banalità di rito e promesse vacanti ed inutili come il loro operato di rappresentanza purtroppo non speso nell’interesse dei cittadini e nella peggiore delle ipotesi, invece, languisce nel silenzio e si lascia travolgere nell’indifferenza più assoluta… Voglio augurarmi che dopo questa ennesima tragedia anche il Vescovo della Diocesi di Rossano – Cariati Mons. Santo Marcianò intenda esercitare un energico richiamo alle istituzioni (e non solo!), affinché si sveglino! Affinché possa essere garantito non solo il diritto alla mobilità degli jonici ma anche e, soprattutto, il diritto alla vita. Voglio augurarmi che il mio Vescovo possa svestire i panni della rassegnazione e dell’abitudine a questi dolorosissimi eventi per indossare quelli più opportuni che ricordiamo e che in passato lo portarono a chiedere e pretendere con forze che la strada Statale 106 Ionica “da strada del buio e della morte” diventi “finalmente illuminata e strada della luce e della vita”.”