Ultima riunione, questa mattina, nella sala “Antonio Guarasci”, al terzo piano del Rettorato, per il consiglio di amministrazione dell’Università della Calabria, in carica dal 1 novembre 2009 ad oggi. Un lasso di tempo durante il quale, come ha ricordato il rettore, Giovanni Latorre, l’Ateneo “ha vissuto una fase particolarmente difficile della sua storia alla quale, tuttavia, anche grazie al senso di responsabilità e alla serietà mostrati dal Cda, è stato possibile far fronte positivamente”. Un atteggiamento quotidiano, per Latorre, costantemente alimentato da quello che ha definito lo “spirito” di Arcavacata, “la speciale miscela di identità, principi e valori condivisi, che fanno dell’Università della Calabria una realtà unica nel suo genere, inserita in un contesto difficile e problematico, ma capace proprio per questa particolare caratteristica di reggere il confronto con le migliori realtà scientifiche italiane”. Visibilmente emozionato, il rettore dell’Unical ha espresso parole di apprezzamento per ognuno dei componenti del Cda uscente (ne hanno fatto parte, insieme al direttore generale Fulvio Scarpelli, i professori Raffaele Agostino, Pietro Brandmayr, Paolo Pugliese e Gaetano Florio, al quale il rettore ha rivolto un ringraziamento particolare per l’impegno profuso in questi anni nel Cda; gli studenti Domenico Cambrea, Emilio D’Acri e Ferenc Macrì; i rappresentanti del personale Gabriele Grandinetti e Mimmo Greco): “Abbiamo sempre avuto un confronto aperto e franco, pur nella diversità delle posizioni talvolta emerse. Valutazioni non univoche che, tuttavia, mai mi hanno portato a dubitare della buona fede dei consiglieri o della loro volontà di tutelare interessi differenti da quelli superiori e preminenti dell’Ateneo. Abbiamo lavorato duramente, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’Unical è in piedi e può guardare con fiducia al futuro, ma senza sottovalutare le conseguenze di una congiuntura sfavorevole e la riduzione costante delle risorse pubbliche destinate alle università”. Rispondendo anche agli interventi di Gabriele Grandinetti e Mimmo Greco, il rettore ha invitato il personale tecnico e amministrativo a non “vivere l’assenza di un proprio rappresentante nel nuovo Cda come espressione della volontà di mortificare le istanze di questa parte importante dell’Ateneo, ma solo come conseguenza dei profondi cambiamenti intervenuti in questi anni nella vita degli Atenei.
Siamo stati animati esclusivamente dall’esigenza di coinvolgere, in vista dei difficili e impegnativi passaggi che ci attendono, persone di grande esperienza e capacità: una scelta di cui certamente l’Università della Calabria potrà beneficiare continuando a svolgere il ruolo che tutti le riconoscono. Il personale tecnico e amministrativo ha i propri rappresentanti in Senato accademico, che dovrà lavorare in stretta sinergia con il Cda, concorrendo alle scelte necessarie per l’Unical”. Una foto, al termine della riunione, ha suggellato la particolarità del momento, anticipando l’ingresso nella sala dei componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione, che si insedierà ufficialmente il prossimo 15 aprile. Del Cda, eletto lo scorso 27 marzo, fanno parte, in qualità di membri interni, i professori Pierluigi Veltri, Annamaria Canino, Marcello Maggiolini, Alfio Cariola e Luigi Palopoli; e, come membri esterni, Giovanni Polara, già componente del Nucleo di valutazione e preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli, e l’imprenditore Pippo Callipo. Compongono il Consiglio di Amministrazione anche gli studenti Antonio De Tursi e Raffaele Leuzzi. “Ho voluto – ha detto il rettore Latorre – che il vecchio Cda accogliesse i nuovi amministratori e che vi fosse un ideale passaggio di consegne tra chi ha operato fino ad oggi e chi si accinge a farlo. Sarà un lavoro difficile già dalla prima riunione. Alle Università, infatti, viene chiesto di migliorare la qualità delle prestazioni e di farlo con risorse sempre più ridotte, il che già fa capire la portata dell’impegno che abbiamo davanti. Le opportunità, tuttavia, non mancano, ma sono sempre più legate alla capacità competitiva che gli atenei sapranno metter in campo e all’affermazione della cultura della valutazione, cui è strettamente connesso il futuro dei finanziamenti. E’ il caso, per esempio, del programma “Horizon 2020”, che mette a disposizioni risorse strategiche rilevanti. Per l’Italia, ogni anno, dal 2014 al 2020, sono pari a circa 3,5 mld di euro: un’opportunità straordinaria rispetto alla quale, ancora di più che in passato, dovremo dimostrare di essere all’altezza della situazione”.