Maratona poetica per far sì che non si spengano i riflettori sulla grave emergenza che sta interessando il Parco archeologico di Sibari, sommerso dalla esondazione del fiume Crati lo scorso mese di gennaio e ancora oggi in gran parte ricoperto dal fango. È questo l’obiettivo della manifestazione dal titolo “Poeti per Sibari”, svoltasi sabato scorso 23 marzo presso il Museo archeologico nazionale della Sibaritide in occasione della Giornata mondiale della poesia celebrata ogni anno dall’Unesco. Un evento ideato e promosso dalla poetessa Anna Lauria, che da anni si occupa delle celebrazioni legate alla Giornata mondiale della poesia in Calabria e che, quest’anno, ha voluto organizzare il tutto proprio a Sibari lanciando un accorato appello al mondo della poesia e non solo. Un appello che in tanti hanno accolto, a partire dalla direttrice del Museo e degli scavi Silvana Luppino e dall’Amministrazione comunale di Cassano all’Jonio guidata dal sindaco Giovanni Papasso.
Benventuno, tra poeti e non poeti, provenienti dall’intero comprensorio, si sono alternati nella “staffetta” deliziando la platea con la lettura di versi che hanno regalato un’atmosfera magica all’intera serata. Nel corso della manifestazione, moderata dalla giornalista Rossella Molinari, si sono susseguiti gli interventi della direttrice Luppino, della poetessa Lauria, dell’assessore alla Cultura del Comune di Cassano all’Jonio Alessandra Oriolo, del presidente del club Unesco di Cosenza Enrico Marchianò e del critico d’arte nonché presidente dell’associazione “Le Muse” di Reggio Calabria Giuseppe Livoti. Quest’ultimo ha anche curato la mostra visiva allestita nei locali del museo con opere provenienti da tutta Italia messe a disposizione dalla collezione privata della poetessa Anna Lauria. Nel corso della serata è stato rilanciato l’appello affinché il parco archeologico di Sibari possa essere riconosciuto ufficialmente patrimonio dell’Unesco. A tal proposito, il presidente Marchianò ha evidenziato la possibilità di avviare un nuovo percorso facendo rete con l’intero territorio della Magna Grecia che l’Unesco, tra l’altro, aveva preso in considerazione già negli anni Ottanta nella sua totalità.