Dopo la XVIII edizione del Giorno della Memoria contro le mafie che si è svolta a Firenze. sabato 16 marzo scorso, presente anche una delegazione di Cirò Marina fra migliaia di persone, giovedì scorso poche decine di persone, il Sindaco, Roberto Siciliani con alcuni componenti la giunta, le pari opportunità della città, alcuni giovani scaut dell’Assoraider, il presidio di Cirò Marina e poche altre anime sensibili al tema, hanno brevemente sfilato da piazza Diaz fino alla sala del consiglio Comunale dove, ha preso il via una riflessione che era stata già da noi anticipata e spiegata attraverso il comunicato della responsabile del presidio locale, Concetta Mazziotti. Una manifestazione per ricordare le vittime innocenti per mano delle mafie e testimoniare la vicinanza ai familiari delle vittime e, soprattutto, a dire un forte “no”alla barbarie delle mafie. “A cosa serve avere le mani pulite, se poi le teniamo in tasca” questo diceva Don Lorenzo Milani”, e questo è stato il motto che l’associazione Libera di Cirò Marina, ha voluto lanciare a tutti, invitandoli ad unirsi intorno al suo significato, nella giornata di giovedì, 21 marzo.
A dare importanza all’evento due importanti testimonianze, per dare un “significativo messaggio di speranza”. Il programma si è svolto come previsto: raduno in Piazza Diaz e corteo verso Piazza Kennedy; lettura di nomi di vittime innocenti di mafia sul territorio. Il saluto del Sindaco, che ha detto quanto sia difficile i soprattutto in questo momento di crisi fare “passare questi importanti messaggi” ma che bisogna insistere e, anche se pochi, necessità costanza e forza per andare avanti e fare crescere la cultura della legalità. Il tema della rinascita, curato dal prof. Giuseppe Barbalace che ha sottolineato e spiegato il senso “dell’ essere al posto giusto, al momento giusto”, poi la testimonianza di Giovanni e Francesca Gabriele, genitori di Dodò (nella foto con Don Luigi Ciotti); impegnati per un futuro diverso per i tanti figli innocenti, e la testimonianza dell’imprenditore Gino che ha denunciato le estorsioni subite. Le conclusioni della Responsabile del Presidio Mazziotti Concetta, hanno in sintesi ridato fiato al concetto di base del movimento che si rifà a Don Ciotti: “dare voce e testimonianza del grande “noi” testimoniato dalla memoria, che ricordando e mantenendo integri i ricordi delle uccisioni degli innocenti, ci aiuta a smascherare e indebolire il cancro sociale delle mafie”. Da qui, l’invito a non restare insensibili. A margine della manifestazione abbiamo raccolto la dichiarazione di uno dei partecipanti, presidente di una della tante associazioni del territorio che ci ha detto: “La mafia si può combattere e vincere, solo se lo stato crea e darà lavoro, senza quello una gran parte di giovani e non resteranno a loro volta vittime dello Stato e della criminalità”.