“La Segreteria Provinciale del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, che continua a monitorare costantemente la situazione della Sanità nel Catanzarese in questo particolare momento – afferma in una nota Natale Giaimo – non può che restare e dichiararsi veramente esterrefatta nell’apprendere quanto successo solo qualche settimana fa, nell’assoluto silenzio di tutti coloro che giornalmente si riempiono la bocca di sanità in Calabria e di difesa della sanità a Catanzaro, cioè di quanto accaduto ad una delle figure di punta della nostra buona sanità, il prof. Renzulli, che a causa di un malore ha dovuto essere ricoverato nel suo stesso reparto ed, a seguito di una tempestiva e qualificata visita fiscale eseguita presso lo stesso reparto in cui era ricoverato, è stato immediatamente dichiarato “inidoneo a ricoprire le funzioni di primario” e altrettanto tempestivamente, il tutto si è svolto nell’arco di quattro-cinque giorni, è stato rimosso dall’incarico e sostituito con altro medico. Indubbiamente sorprendono la irritualità dell’iter e la sua estrema velocità, senza voler entrare nel merito che non ci compete.
Certo è che ci pare quantomeno “sospetto” che si rinunci così a cuor leggero ad una professionalità acclarata come quella del prof. Renzulli, che certamente non avrà alcuna difficoltà ad “accasarsi”, pensiamo anche in modo economicamente per lui vantaggioso ma purtroppo molto lontano dalla nostra Calabria, in altra struttura di eccellenza, ma il danno resterà certamente alla Comunità calabrese che perderà una delle poche figure che danno lustro e sollievo a questa terra e, senza voler giudicare quanti chiamati a sostituirlo, inaugurando una ulteriore corsia per quei disgraziati viaggi della speranza di cui, crediamo onestamente, nessuno sentiva certamente oggi il bisogno. E questa vicenda solleva in noi anche qualche interrogativo molto grave, come quello che si sia magari voluto far pagare al prof. Renzulli la difesa a spada tratta dei posti di Cardiochirurgia interventistica dai tagli lineari imposti dal “Tavolo Massicci”? Certamente desidereremmo che questi “spicchi” di eccellenza non fossero distrutti, anzi venissero rafforzati ed aiutati nel loro consolidamento e nel loro percorso verso le eccellenze assolute che, oltre a portare lustro e benessere alla Nostra Terra realizzerebbero il “miracolo”, auspicato da intere generazioni di Calabresi, di potersi finalmente curare nella loro terra senza sottoporsi ai famigerati “viaggi della speranza” che tante lacrime, sangue e sudore sono costate ed ancora costano alla nostra Comunità. Ma sarà mai possibile questo in tempi di “tagli lineari” e di lotte clientelari?”