Entusiasmo alle stelle per il concerto che Massimo Ranieri ha tenuto ieri sera al Palamilone di Crotonenell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale “Crotone Città della Canzone d’Autore”. Sono accorsi in migliaia per assistere allo spettacolo proposto dell’assessore alla Cultura Antonella Giungata e da quello allo Spettacolo Mario Megna e realizzato in collaborazione la GF Entertaiment con il sostegno finanziario del Pisu (Programma Integrato Sviluppo Urbano). C’era attesa tra gli appassionati di tutte l’età per l’artista napoletano e il suo”Sogno e son desto” non ha deluso. La serata crotonese di Massimo Ranieri era cominciata con la consegna,da parte degli assessori Giungata e Megna, di un’opera dell’orafo crotonese Michele Affidato. Nel suo camerino, l’artista ha accolto Affidato e abbracciato Vincenzo, un bambino crotonese suo grande fan che gli ha scritto una letterina. E poi il concerto aperto con la storica “Vent’anni” e gli occhi e gli applausi sono tutti per lui.
L’ex scugnizzo di Santa Lucia sul palco allestito nell’impianto crotonese del PalaMilone di Via IV Novembre ha dato il meglio di sé come cantante ed artista a tutto tondo. Coadiuvato da una band di grandissimi musicisti, Ranieri ha ricordato mostri sacri della musica leggera come Umberto Bindi in una versione particolarmente emozionante de “Il Nostro Concerto”, Luigi Tenco con “Vedrai Vedrai”, Giorgio Gaber, Lucio Battisti. Si è rivolto al pubblico, scherzato sull’età che passa, dicendo che “al Sud abbiamo la musica nel sangue”. Ed il pubblico ha ricambiato , si è appassionato e tributato una standing ovation alla fine di una grandissima esecuzione de “La Voce del Silenzio”. Non si è davvero risparmiato Ranieri proponendo i classici napoletani come “Era de Maggio” e “O’Marenariello”. Inoltre ha ricordato Roberto Murolo, Papa Giovanni XXIII, la sua famiglia: il padre, il nonno pescatore, le difficoltà degli inizi, la povertà. Ha canta amabilmente le canzoni di De Gregori, di Pino Daniele, di Charles Aznavour. Ha spaziato dalla sceneggiata (O’Zappatore), alla macchietta (Pamela), alla parodia (E Allora), passando per Domenico Modugno con una struggente versione di “U Pisci Spada” e “Amara terra mia”. Non è mancata la poesia di Alda Merini, il dramma di Shakespeare, il Pinocchio di Collodi ed la paglietta di Nino Taranto con una divertente versione di “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè. E poi i suoi successi: “Erba di Casa”, “Mi troverai” e naturalmente “Perdere l’amore” che ha coinvolto tutto il pubblico del Palamilone.