Il 18 gennaio l’area più estesa e più ricca di monumenti dello scavo archeologico di Sibari, Parco del Cavallo, è stata sommersa sotto 4-5 metri d’acqua a causa dell’esondazione del Crati. Uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo ha rischiato di andare perduto per sempre. Il Governo -per merito, soprattutto, del ministro Barca- ha varato un primo intervento di somma urgenza da 300.000 euro per avviare la pulizia ed il ripristino del Parco archeologico. L’UniCal, in particolare il Dipartimento di Studi Umanistici, ha ritenuto suo compito istituzionale intervenire avviando una collaborazione con la Soprintendenza archeologica della Calabria per contribuire a ripulire e ripristinare gli scavi di Parco del Cavallo. Gli insegnamenti di “Metodologia della ricerca archeologica” e di “Topografia antica” del Dipartimento – tenuti, rispettivamente, dal professor A. Battista Sangineto e dal professor Armando Taliano Grasso – hanno messo in cantiere un progetto di “Tirocinio formativo attivo” che permetterà a quasi quindici studenti calabresi di archeologia di intervenire in soccorso del patrimonio culturale della loro regione. Da lunedì 25 febbraio questi studenti dell’Università della Calabria – con il concorso dei loro professori, degli operai, dei restauratori e degli archeologi della Soprintendenza e delle ditte appaltatrici – stanno cercando di dimostrare che i calabresi sono in grado di farcela da soli e che la collaborazione fra le Istituzioni è la via giusta per avviare la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali della Calabria nella direzione di uno sviluppo autopropulsivo.