La rinuncia al papato di Benedetto XVI, come credente, mi rende confuso e incerto sul futuro della Chiesa, e soprattutto amareggiato per i tanti problemi di non facile soluzione che vengono evidenziati: alcuni concreti, innegabili e indilazionabili; altri montati e dilatati con enfasi dai detrattori che gongolano nel vedere la Chiesa in difficoltà. Ma la fede, che vuol dire fiducia totale e incondizionata in Dio, mi fa intuire e sperare che nella Chiesa le forze del male, se pure presenti e inevitabili, non prevarranno e non soffocheranno la sua santità che si rigenera con la presenza dell’Eucaristia, dello Spirito Santo e dei santi, presenti in ogni epoca. Sarebbe bello se il gesto del Papa, di grande portata storica, servisse a un rinnovamento radicale all’ interno della Chiesa, perché ne ha veramente tanto bisogno. Tale rinnovamento sarebbe dovuto accadere con il Concilio Vaticano II, ma francamente il cambiamento c’è stato in modo parziale e limitato, e ancora alcune istanze del Concilio non si sono attuate. Dov’è il popolo di Dio in cammino verso la Gerusalemme Celeste? Dov’è la saldatura tra clero e laici, la cui divisione è retaggio di secoli di storia della Chiesa? Dov’è la diffusione della conoscenza della Scrittura tra i fedeli laici? Dov’è l’opzione fondamentale per i poveri (non solo come attenzione concreta caritativa, ma come stile di vita sobrio accanto ad essi)? Dov’è il cuore della nostra fede che va centrata e ricentrata sempre sulla Pasqua di Gesù Cristo, quando il devozionismo e certa religiosità popolare la oscurano, o ancor peggio la sviano?
Dai giornali in prevalenza affiorano giudizi piuttosto positivi e di comprensione sulla decisione del Papa. A mio avviso, questi giudizi, anche di uomini di Chiesa, sono dettati più da un’ottica razionale e umana che di fede. Infatti, se partiamo dal presupposto di fede, secondo il quale è lo Spirito Santo a guidare e sostenere la Chiesa, allora dobbiamo arguire che la sua assistenza nella persona del Papa non viene mai meno e si manifesta, quando a questi mancano le forze fisiche, psichiche e spirituali, anche nelle persone che collaborano con lui e lo sostengono in vari modi nel suo ministero pietrino, sino al concludersi della sua vita terrena. Con questo non voglio assolutamente giudicare la decisione di Benedetto XVI il quale ha detto di avere esaminato la sua coscienza davanti a Dio a lungo, e quindi di avere ben valutato la gravità del suo gesto per le conseguenze che ne sarebbero derivate all’interno della Chiesa, e non solo. Lo Spirito soffia dove vuole e come vuole. Chi è nella fede anche in questo gesto sa vedere e leggere un disegno di Dio. Ci auguriamo che il nuovo Papa sia all’altezza del ministero affidatogli per far sì che la Chiesa perda sempre più la veste di potere e assuma in modo sempre più convincente quella di servizio incondizionato all’uomo, a ciascun uomo. Auspichiamo che diventi sempre meglio una Comunità di amore vicina soprattuto ai poveri ed emarginati , senza compromessi di alcuna natura con i vari poteri terreni, con le ricchezze e soprattutto con coloro che si organizzano per dominare con la sopraffazione e la violenza, e che porti Cristo Crocifisso e Risorto al mondo con una testimonianza concreta e credibile.
Giacomo Barbalace