Nel pomeriggio di ieri 20 febbraio, nel Salone della Biblioteca del Museo Diocesano di Santa Severina, è stato presentato il libro “Il Quadro – il Coraggio di credere”, di Graziella Idà da Soriano Calabro, edito nel settembre 2012 da Calabria Letteraria di Soveria Mannelli e già finalista al Premio “Un libro amico per l’inverno 2012 – 2013” di Rende. E non solo. Graziella Idà sarà presente anche al Festival Culturale delle Diaspore che si svolgerà in marzo a Catanzaro. L’incontro di conversazione è stato organizzato dall’Ufficio diocesano dei Beni Culturali, dall’Associazione Krisis, dal Gruppo “Saturnino Peri” del Meic, dalla Cooperativa Aristippo e dal mensile culturale di laici Kairos dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina. Ha dato avvio alla conversazione Pino Barone, presidente della Cooperativa Aristippo Bibliotecario diocesana e curatore dello stesso Museo di Arte Sacra, il quale si è detto contento di ospitare, per la prima volta, nello spazio museale, una conversazione di presentazione di un libro come espressione di vivacità culturale. È seguito il saluto del sindaco Scalfaro che ha inteso ringraziare gli ospiti presenti augurandosi un gemellaggio tra i borghi storici di Santa Severina e Soriano Calabro, distanti geograficamente ma molto vicini e simili per ricchezza artistica e culturale. Il Vicario Don Serafino Parise ha porto il saluto dell’Arcivescovo e ha parlato del Museo e della Biblioteca come spazi conservatori della storia ma vivificanti di cultura che devono aprirsi alle nuove generazioni per la crescita di esse e quindi ha auspicato la continua promozione di eventi culturali nel territorio crotonese. Quindi ha introdotto e coordinato l’incontro culturale la giornalista e scrittrice Lucia Bellassai che ha presentato il relatore Stirparo ed ha espresso lusinghieri apprezzamenti per il lavoro svolto dall’autrice del libro Graziella Idà, un’operatrice culturale a tutto campo che ama indagare tra storia, tradizioni e personaggi della società sorianese di oggi perché si possa e si debba amare e salvaguardare ciò che è stato il passato perché non ci può essere futuro di un popolo senza un tornare proficuo indietro nel tempo. Il relatore della conversazione il giornalista e nostro collaboratore Mimmo Stirparo, nel suo intervento, ha fatto un’ampia ed approfondita panoramica sulla storia del Quadro achiropita raffigurante San Domenico di Soriano apparso il 15 settembre 1530, sul suo antico e grandioso Convento, ritenuto per secoli la “Santa Casa” dell’Ordine dei Padri Predicatori progettato da P. Bonaventura Presti, architetto certosino, che lo disegnò, fatte le debite proporzioni, a somiglianza dell’Escoriale di Madrid, imponente monastero fatto edificare da Filippo II per celebrare la vittoria di San Quintino.
Il convento sorianese, distrutto dal terremoto del 1783 – ha raccontato Stirparo – occupava una superficie di 23 mila mq con chiostri attorno alla chiesa a croce latina di cui ancora è viva la facciata dalle sei paraste barocche con voluta ionica ed al centro un imponente portale con quattro grandi nicchie dai timpani semicircolari. Ma il valore artistico impareggiabile dell’icona di San Domenico di Soriano è stato ampiamente dimostrato, anche per l’insuperabile difficoltà d’imitazione più volte tentata e mai riuscita ad alcuno dei molti talenti che hanno lasciato in convento le loro copie imperfette. Tra i tanti disseminati in ogni dove – il relatore ha ricordato – un quadro del Guercino nel duomo di Bolzano, un altro del Mela in San Domenico e Sisto a Roma, uno a La Valletta di Malta ed un altro ancora di anonimo nella chiesa parrocchiale di San Domenico in Crotone. Dal giorno dell’apparizione del quadro – ha ricordato il giornalista Mimmo Stirparo – l’Ordine dei Domenicani e il culto verso il Santo si diffuse rapidamente in tutto il Regno di Napoli, a Malta,in Polonia, nelle Fiandre, in Cina, nell’america Latina e addirittura nell’Uruguay nel 1564 è stata fondata una cittadina che prese il nome di Santo Domingo de Soriano. “Per rendere – ha detto Stirparo – ancor più viva la trama intrecciata di storia, arte e soprattutto spiritualità che da Soriano attraverso il “Quadro” ne derivano, la giovane scrittrice sorianese Graziella Idà ha voluto offrirci una piece storica in forma teatrale”. Un libro che, come scrive lo storico dell’arte Mario Panarello, in prefazione, “non è solo l’attualizzazione di un evento miracoloso che Graziella Idà inscena, ma è la volontà di ripercorrerne la dimensione spirituale dell’identità di un luogo”. Il libro della Idà, che in copertina è corredato dalla suggestiva immagine “La forza di credere” tratta da una tela dello scultore e pittore sorianese Antonio Ranieri, che vive ed opera a Bilbao, non è uno scritto agiografico, non solo agiografico, ma un mettere in sscena i protagonisti di questa straordinaria vicenda della storia dell’uomo e della Chiesa. Il lavoro dell’Idà – ha spiegato il relatore – ruota, in forma di rappresentazione teatrale, attorno ai personaggi che hanno vissuto e costruito la storia del Quadro e della cittadina sorianese. Tra questi, due archeologi dei tempi nostri che “hanno riportato alla luce frammenti di storia, sottratti all’incuria umana”, i frati predicatori, contadini e muratori, e le tre donne protagoniste dell’ “apparizione”: la Vergine Madre di Dio, santa Caterina d’Alessandria e santa Maria Maddalena. “È un bel libro- ha voluto sottolineare Stirparo – che si fa leggere tutto di un fiato, che ti attrae e ti coinvolge dalla prima all’ultima pagina perché miniera di dati, documenti, notevoli richiami bibliografici e ricerche, fatti storici ormai acclarati e momenti di alta spiritualità. È una pagina bella dalle intense sollecitazioni interiori, col recupero di valori mai traditi. È teatralità che si fa storia, racconto – poesia della libertà di un popolo che si affranca solo col ‘suo’ Santo”. Insomma – ha concluso il giornalista di origine sorianese – con “Il Quadro – il Coraggio di Credere”, la scrittrice di Soriano ci regala una nuova prova delle sue qualità narrative, raccontando vicende e comportamenti che non sono frutto di fantasia ma figli della storia e della fede”. Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dall’autrice Graziella Idà la quale ha voluto innanzitutto riferire i saluti del Rettore P. Remigio Romano e dei Padri Predicatori del Convento sorianese e del sindaco Francesco Bartone il quale invita gli Amministratori di Santa Severina a visitare Soriano.
Idà ha sottolineato la valenza della conversazione tenuta nell’antica Siberene come “un incontro tra luoghi perché Santa Severina e Soriano Calabro sono due luoghi particolari, solo a vederli si percepisce e si respira la cultura, la storia, l’arte, le tradizioni che affascinano il visitatore che passa e si ripropone di ritornare per scoprire ogni volta un aspetto diverso, per affezionarsi fino ad eleggerli come ‘Luoghi del cuore’”. Il libro, oggetto della conversazione, la scrittrice sorianese ha ribadito che “nasce dal desiderio di raccontare sottovoce ‘i luoghi che danno senso ad una storia’, quegli stessi luoghi che sono stati la culla della Magna Grecia, i luoghi che odorano di fatica e faticano a farsi notare”. E non solo. Per la Idà “l’idea di questo testo nasce anche per trasmettere alle nuove generazioni le conoscenze legate al territorio sorianese, al Quadro miracoloso”. Un Quadro, somigliante ma non uguale al sorianese, ormai presente in ogni parte del mondo e addirittura – come ha ricordato la scrittrice – anche fra le macerie del terremoto nella chiesa dell’Annunziata di Finale Ligure. Ritornando al libro, la Idà ha voluto ricordare il pensiero espresso nell’introduzione dal Padre Provinciale dei Predicatori P. Francesco La Vecchia secondo il quale “il lavoro si presenta come una sceneggiatura che presterebbe il suo canovaccio a possibili registi”. E qui la Idà non ha nascosto la fattibilità grazie anche al marito Pasquale De Masi videomaker. La piacevole serata di conversazione sul libro, seguita da un qualificato uditorio; presenti, tra gli altri, Diodato Scalfaro Sindaco di Santa Severina, Don Serafino Parise parroco della Cattedrale santaseverinese e Vicario diocesano per le Attività Culturali in rappresentanza dell’Arcivescovo Domenico Graziani impossibilitato a presenziare per motivi di salute, la prof. Antonella Parise Assessore alla Cultura del Comune siberenese, il Dirigente scolastico emerito Antonino Anili, Don Francesco Antonio Spadola Codirettore del mensile Kairos e il prof. Pasquale De Masi regista cinematografico, è stata inframmezzata da interessanti cortometraggi del regista De Masi realizzati fra le strade dell’antico borgo sorianese e fra i sontuosi ruderi dell’antico convento domenicano. Inoltre, uno dei video ci ha offerto il pensiero del Vaticanista Rai Enzo Romeo per il quale, tra l’altro, con il libro illustrato a Santa Severina, “ si realizza il sogno dell’amica Graziella Idà che è quello di far salire un giorno sul palcoscenico il proprio paese per narrarne le vicende e presentarne i personaggi”.