Ripopolare i fondali crotonesi di pregiati crostacei del Mediterraneo, al fine di sostenere la pesca artigianale e gli operatori del settore, migliorando le condizioni di pesca all’interno dell’AMP Capo Rizzuto. È questo l’obiettivo del progetto promosso dall’AMP “Capo Rizzuto”, in collaborazione con il Centro Ittiogenico delle Saline di Tarquinia, gestito dal Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile dell’Università degli Studi della Tuscia, presentato nell’ambito del FEP 2007/2012 (Fondo Europeo pesca) – mis. 3.2 “Misure tese a preservare la flora e la fauna acquatiche”). Il progetto, predisposto dagli uffici dell’AMP Capo Rizzuto, è stato approvato con decreto della Regione Calabria n. 16027 del 22.12.2011 per un importo complessivo di € 206.338,98 ed ha previsto fasi operative successive: la prima consiste nell’acquisizione e conseguente rilascio in mare di circa 15.000 astici pre-bentonici, la seconda consiste nell’acquisizione e conseguente rilascio in mare di circa 1.000 astici giovani bentonici (di lunghezza pari a 1-1,5 cm), di medesima provenienza. Nel corso delle fasi successive, considerato il mancato apporto di aragoste, si è proceduto a rilasciare ulteriori n. 10.000 astici bentonici e n. 1.000 bentonici. La liberazione degli esemplari di astice è avvenuta oltre i limiti dell’AMP Capo Rizzuto, previo trasporto mediante imbarcazione attrezzata dai punti di raccolta ai punti di rilascio, con l’ausilio di personale specializzato (operatori subacquei e biologi) che ha provveduto ad accompagnare e distribuire gli individui sul fondale prescelto.
Fondamentale il supporto delle cooperative di piccola pesca artigianale, con le quali è in fase di avvio una fattiva collaborazione che si pone come obiettivo quello di ridurre lo sforzo di pesca all’interno dell’AMP, al fine di consentirne un ripopolamento ittico, garantendo, al contempo, un sostegno al reddito grazie all’immissione di crostacei ed aragoste. “La Provincia ha sostenuto con convinzione questo progetto -commentano il presidente Stano Zurlo ed il vicepresidente Ubaldo Prati- perché l’intervento proposto, consiste in una immissione di specie autoctone quali Homarus gammarus (Astice locale) e di Palinurus elephas (Aragosta rossa), che non richiede manipolazioni da parte dell’uomo, in quanto le specie non vengono nutrite artificialmente e sono mantenute nel loro ambiente naturale. Il tutto con un duplice scopo: arricchire l’ecosistema marino crotonese e fornire al settore ittico una importante risorsa, attraverso attività di prelievo controllato”. Venerdì 22 febbraio alle ore 10.00 presso la Lega Navale Italiana di Crotone, si terranno un workshop ed una conferenza stampa di presentazione dei dati e risultati ottenuti.