Sequestrata dagli agenti del CfS un’ampia area a ridosso del fiume Neto che, a causa di prelievi indiscriminati di inerti, è stata trasformata in una cava abusiva a cielo aperto. L’episodio è avvenuto, in località ”Fondo Barco” in agro del comune di Santa Severina, in un’area demaniale che costituiva, tra l’altro, il vecchio alveo del fiume Neto. Le indagini sono state condotte dal personale della Stazione Forestale di Santa Severina, che nella fase conclusiva si è avvalso della collaborazione di quello della Stazione di Petilia Policastro. Gli agenti della Forestale, nel controllare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione di un impianto di acquacoltura in un terreno privato, posto al confine tra i comuni di Rocca di Neto e Santa Severina, hanno riscontrato a poca distanza dall’impianto che la stessa impresa esecutrice dei lavori, titolare di un cantiere di inerti, aveva realizzato su un’ampia area uno scavo profondo circa 5 metri per un’ampiezza di circa 20.000 metri quadri che nel tempo, trovandosi al di sotto del livello del vicino fiume Neto, si era riempito d’acqua. Dai rilievi effettuati con l’ausilio delle apparecchiature GPS e applicativo SIM (sistema informativo della montagna) è stato possibile accertare che l’area oggetto di scavo è di proprietà demaniale, in quanto vi fluiva in passato il fiume Neto, quindi per legge (n. 37 del 05/01/199) assoggettato a Demanio pubblico.
Accertata l’inesistenza di autorizzazioni dei lavori, che di fatto costituiscono un esercizio abusivo di cava, gli agenti procedevano ad identificati gli autori individuati nell’amministratore dell’impresa, L.A.N. di anni 57 di Rocca di Neto, e due suoi collaboratori C.M. di anni 62 e L.C di 37anni, rispettivamente di Crotone e Rocca di Neto. L’attività di P.G. è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Crotone attraverso una informativa di reato che comprende oltre al sequestro dell’area anche il sequestro di circa 1.000 (mille) metri cubi di inerti trovati accumulati adiacenti allo scavo e pronti ad essere trasportati nel cantiere di lavorazione di proprietà dell’ amministratore dell’impresa. Le tre persone denunciate a piede libero dovranno rispondere, in concorso di persona, ad una serie di violazioni penali: furto aggravato, violazione alla normativa urbanistico-edilizia, esercizio di cava abusiva, invasione di terreno, deturpamento di bellezze naturali e modificazione dello stato dei luoghi. Considerata l’alta fragilità ambientale dell’area interessata dai lavori abusivi, in quanto ricade in zona sottoposta a vari vincoli tra cui vige anche il rischio inondazione secondo quanto previsto dal Piano di Assetto Idrogeologico Regionale (PAI), sono stati informati dell’accaduto il Sindaco del comune di Santa Severina, la Provincia di Crotone, l’Autorità di Bacino di Catanzaro e gli altri Enti interessati.