Nei giorni scorsi ho incontrato una delegazione di dipendenti di Ferrovie della Calabria, addetti, per oltre 10 anni, alle procedure di interventi alle strutture edilizie contenenti materiali con amianto. E’ quanto si legge in una nota diramata dall’Associazione Bene Comune. Dal loro racconto – dichiara l’Avv. Filomena Falsetta, Presidente dell’Associazione – emerge come gli stessi lavoratori, organizzati in squadre operative dislocate per le varie provincie e incaricati di un’attività di controllo, custodia e manutenzione di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie, abbiano operato in condizioni irrispettose delle fondamentali norme emanate a protezione dei lavoratori esposti al rischio amianto, e che trovano la loro fonte nella regolamentazione nazionale e comunitaria, nonché nelle varie sentenze ed ordinanze della Corte Costituzionale. I dipendenti in questione – continua Falsetta – hanno difatti riferito di aver lavorato in stretto contatto con l’amianto completamente sprovvisti di adeguati dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di altri dispositivi di protezione individuali. Inoltre, nonostante la documentazione in loro possesso attesti espressamente che il personale in questione è da considerarsi, in base alle normative vigenti, professionalmente esposto ai rischi di fibre aerodisperse di amianto, alcuna procedura è stata mai instaurata presso gli istituti competenti ai fini del riconoscimento dei benefici previdenziali ad essi legittimamente spettanti. Pertanto – conclude – mi adopererò con ogni mezzo per la loro tutela, che non sarà strettamente individualistica, bensì manifestazione concreta dell’universale diritto alla salute come corollario del diritto alla vita.