Nella mattinata del 10 gennaio 2013, i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone hanno dato esecuzione al provvedimento di ripristino della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Martino Vito, Cutrese classe ‘70, già detenuto per altra causa presso il carcere di Catanzaro. Il provvedimento è stato emesso dalla Corte di Assise di Catanzaro – Sezione Prima ed ha pienamente recepito la richiesta formulata dal Pubblico Ministero, dott. Pierpaolo Bruni. Il provvedimento applicato in data odierna al Martino Vito la sussistenza delle esigenze cautelari poichè, si legge testualmente nell’ordinanza, “del ruolo tenuto dal medesimo quale autore di omicidi per conto della associazione di stampo mafioso di rispettiva appartenenza e l’entità della pena irrogata, nonché il suo inserimento in una allarmante guerra di mafia, per cui appare altamente probabile che per evitare ritorsioni della cosca contrapposta possa darsi alla fuga”. Si legge ancora nel titolo emesso dalla Corte di Assise di Catanzaro che “il ruolo del Martino Vito nell’ambito del sodalizio (Grande Aracri di Cutro) emerge altresì da quanto statuito con la sentenza emessa in data 03 Maggio 2012 dalla Corte di Assise di Catanzaro che ha riconosciuto Abramo Giovanni (genero di Grande Aracri Nicolino) colpevole dell’omicidio Dragone Antonio ed in cui viene rimarcata la partecipazione alla citata cosca di Martino Vito nonché ancora da quanto statuito con la sentenza emessa in data 16.12.2003 dal Tribunale di Crotone (operazione “Scacco Matto”), nella parte in cui vengono evidenziati i collegamenti del sodalizio cui appartiene il Martino con le consorterie operanti in Emilia Romagna”.
In particolare in data 19.07.2012 la Corte di Assise di Catanzaro aveva condannato alla pena dell’ergastolo il Martino Vito poiché ritenuto responsabile dell’omicidio di Simbari Antonio (avvenuto in San Mauro Marchesato il 22.09.1999), Arena Francesco e Scerbo Francesco (avvenuto in Isola Capo Rizzuto il 02.03.2000), tentato omicidio in pregiudizio di Arena Pasquale (fatto avvenuto il 02.03.2000 in Isola Capo Rizzuto) ed ai connessi reati in materia di armi. Il Martino Vito per tali episodi delittuosi era stato originariamente sottoposto a misura cautelare nell’anno 2000, in occasione dell’attività investigativa ”Scacco Matto”, ma nel corso degli anni il titolo restrittivo aveva cessato di avere efficacia per decorrenza termini. Si ricorda che il Martino, già condannato alla pena di anni 16 di reclusione nell’ambito del processo “Scacco Matto”, dal 26 giugno 2012, espiata la pena, era stato posto agli arresti domiciliari in conseguenza di altro provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Crotone ed afferente il provvedimento di condanna, emesso il 27.03.2012 nelle forme del giudizio abbreviato, per il reato di “detenzione illegale di arma da guerra (pistola) clandestina” (fatto commesso in Cutro nell’ottobre 2010 – di cui alla cosiddetta operazione “Masnada” condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, che aveva consentito di disarticolare un pericoloso sodalizio dedito alla commissione di furti e rapine in Cutro e paesi limitrofi). Il Tribunale di Crotone nel disporre la misura degli arresti domiciliari presso l’abitazione di Cutro, aveva imposto al cautelato espresso divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o lo assistono. Ma il Martino Vito, dal giugno 2012 fino all’ottobre 2012, si era reso responsabile di ripetute violazioni delle prescrizioni imposte, fatti dai quali era scaturita, dietro opportune segnalazioni del Comando Stazione di Cutro, la revoca del beneficio già concesso con il ripristino della misura della custodia cautelare in carcere (provvedimento emesso il 29.10.2012 dalla Corte di Appello di Catanzaro – Seconda Sezione Penale ed eseguito dall’Arma di Cutro il 30.10.2012).