Alcuna risoluzione è stata ancora adottata in merito all’incredibile vicenda di Carlopoli (Catanzaro), che vede una civile abitazione da anni implacabilmente annessa ad un caseificio. E’ quanto si legge in una nota diramata dall’Avv. Filomena Falsetta, Presidente dell’Associazione Bene Comune nonché legale della famiglia che “mal vive” in quella casa. A nulla sono valsi i tentativi diretti a risvegliare l’amministrazione comunale (di centro sinistra) di Carlopoli su un caso dagli aspetti non soltanto legali, come ho ribadito nelle precedenti sedi, ma che investe il bene comune – dichiara – poiché in gioco vi sono quei principi comunitari di tutela della salute pubblica e di valorizzazione degli ambienti. A seguito del colloquio intercorso con Mario Talarico, Sindaco di una piccola cittadina come quella di Carlopoli, ma pur sempre Sindaco di cittadini, sono rimasta esterrefatta come, di fronte alla mia precisa richiesta di programmazione di un tavolo di confronto finalizzato all’attuazione di provvedimenti concreti, abbia manifestato l’assoluta impossibilità di ovviare alla gravosa problematica. A tal proposito, ho più volte sottolineato con forza come non è umanamente tollerabile che si assista inermi ed indifferenti alle esalazioni di fumi provenienti da un caseificio, e, al tempo stesso, non sentire l’onere morale di procedere a quei legittimi controlli atti a verificare, almeno, le condizioni igieniche presenti all’interno dello stesso stabilimento, affinchè siano rispondenti alle norme vigenti per i locali di produzione e deposito di sostanze alimentari. Mai vorremmo – puntualizza Falsetta – che la ragione di tale inattivismo fosse da ricollegare alla circostanza che uno dei proprietari del caseificio di Carlopoli ricopre, attualmente, la carica di consigliere comunale all’interno della stessa amministrazione, poiché questo comporterebbe il declino di quello spirito di comunità che deve animare, in primis, i rappresentanti istituzionali. Pertanto – conclude – coinvolgerò nella questione le autorità a vario titolo competenti, affinchè si accenda su di essa un faro sociale ed istituzionale.