“Noi Ultras Crotone Curva Nord da sempre contrari ad ogni forma di propaganda, di pubblicità e di comunicato, ovvero a tutti quei mezzi che si addicono molto di più ai cari cugini della città dei tre colli, siamo oggi costretti, nostro malgrado, ad intervenire pubblicamente a difesa della nostra amata e gloriosa maglia, dei nostri colori e della nostra città. Il nostro unico credo è il Crotone, i nostri colori sono il rossoblu (ed il giallo nero) ed il nostro unico e solo partito politico è l’F.C. Crotone. Il nostro amore per la città, la nostra passione per Crotone e per l’F.C. Crotone, la nostra fede per i colori rossoblu, non sono stati, non sono e non saranno mai in vendita: da sempre seguiamo e sosteniamo incessantemente gli squali dentro e fuori (anche senza tessera) non chiedendo nulla a nessuno, ma solo ed esclusivamente con i nostri sacrifici. Nel nostro stile e secondo i nostri ideali, non siamo mai stati e non saremo mai alla ricerca di consensi e di elogi né tanto meno scenderemo mai a compromessi: quel che facciamo lo facciamo perché ci crediamo e lo continueremo a fare lontani dalla luce dei riflettori, circondati da una repressione ipocrita che ci vede filmati e ripresi per oltre 90 minuti ogni sabato sugli spalti del nostro stadio, ove vige un clima di lotta al terrorismo e di caccia alle streghe difficilmente comprensibile in una città che vive un forte ed inarrestabile declino, una gravissima crisi sociale e disoccupazionale. Ma tant’è: evidentemente ci si preoccupa più di un manipolo di impavidi ed irriducibili appassionati, tutt’altro che ignoti, che dei veri problemi che affliggono e costringono in ginocchio quella che fu l’antica e splendente Kroton.
Per tradizione, ogni iniziativa del gruppo passa in sordina per nostra espressa volontà: da ultimo la raccolta per le popolazioni terremotate che ci ha visti impegnati a girare tutta la Provincia Pitagorica, nella totale indifferenza anche di coloro i quali si prefiggono di essere organi di informazione. Ebbene, una città tappezzata di locandine in ogni angolo per oltre un mese e per una lodevole iniziativa non ha fatto notizia su nessun quotidiano locale e su nessuna tv locale. Tornando all’essenza di queste righe ed ai motivi che ci costringono a scrivere, il tonfo di Brescia è troppo umiliante per passare inosservato: nessuna sconfitta, nessuna retrocessione, nessuna penalizzazione, nessuna scelta tecnica o societaria ci ha mai spinti a tanto. Il nostro ruolo è difendere i nostri colori, la nostra maglia e la nostra città incitando gli 11 di turno che indossano la casacca rossoblu per 90 minuti e più in casa e fuori, in B o in Promozione: questo da sempre facciamo e per sempre continueremo a fare. Ma guai ad abbassare la guardia: guai a chi crede che Crotone sia l’isola felice della Serie B dove tutto è consentito e destinato a passare nel dimenticatoio nel breve volgere di qualche giorno. Conosciamo e crediamo nello spirito dello sport, fatto di vittorie e di sconfitte anche cocenti, di gioie e di delusioni, di sorrisi e di pianti … Ma l’onore e la dignità non devono mai perdersi e vanno sempre e comunque difesi! Mai e poi mai accetteremo che si perda l’onore e la dignità! Quell’onore e quella dignità persi a Brescia come finora non si era mai visto … Tornare a casa con un’altra sconfitta dopo Castellammare avrebbe generato malumore e sconforto, ma avrebbe spinto noi prima di tutti a dare e fare ancor di più. Ma così no: prendere 5 goal, di cui 4 nel giro di 10 minuti, senza vedere una minima reazione tanto in campo quanto in panchina, con un’arrendevolezza che nessun calciatore che indossa la nostra maglia può permettersi, non è tollerabile e questo atteggiamento non deve mai più ripetersi. Una squadra che gioca come se fosse nella parte sinistra della classifica, non incarnando lo spirito battagliero di un popolo e di una città dagli antichi fasti.
Una squadra che corre poco e male, che non suda, che non lotta e che non raccoglie un’ammonizione dopo una così grande umiliazione, arrendendosi prima del fischio finale … Ma ancor peggio una squadra ed un allenatore che non si degnano di andare a chiedere scusa agli ultras che seguono sempre e con enormi sacrifici il Crotone (rischiando peraltro di rimanere fuori) non meritano di portare addosso i nostri colori! Pretendiamo 11 uomini e 11 lottatori! Basta capricci, basta ragazzate, basta gente scocciata, basta gente che si fa espellere per scemenze o squalificare per anticipare le vacanze! Basta gente che finita la partita si infila a capo chino nel tunnel! Basta!!! La tolleranza è finita! Una squadra che non rispecchia Crotone ed i Crotonesi, ma soprattutto gli Ultras della Nord, pronti a lottare e combattere sempre, ovunque e comunque per i propri colori e fino alle conseguenze più estreme. Non permetteremo mai più che chi scende in campo lo faccia senza ardore, senza grinta, senza la necessaria cattiveria agonistica e senza rabbia: a gennaio chi non crede in questi valori è libero di trovarsi un’altra isola felice perché la nostra maglia va sudata, conquistata e onorata sempre e comunque fino al fischio finale. Allo stesso tempo invitiamo la società a far sentire la sua voce nelle sedi opportune per i tanti torti arbitrali subiti: non ci stiamo a fare da comparse né a passare da zimbelli. Non chiediamo il terzino o il centravanti, non vogliamo Crescenzi o Jeda … Chiediamo e pretendiamo rispetto!!! A mister Drago non chiediamo di far giocare l’uno al posto dell’altro o di utilizzare un modulo … Chiediamo e pretendiamo che alzi la voce negli spogliatoi giorno dopo giorno e che ci faccia vedere in campo uno spirito combattivo e guerriero, quello spirito che dovrebbe animare in primis un crotonese doc! Ai calciatori ricordiamo i nostri imperativi: impegno, lotta, corsa, sudore e grinta. Chi non garantisce questo è bene e meglio che se ne vada, altrimenti troveremo il modo di far capire meglio cosa rappresenta il Crotone per noi e cosa siamo disposti a fare per il bene della nostra città, della nostra maglia e dei nostri colori. D’ora in poi ci aspettiamo fatti: le parole lasciano il tempo che trovano e sarà il campo a dirci chi ha capito e chi è degno di noi e della nostra maglia”.