“Esistono, nel complesso panorama sanitario calabrese, delle vere e proprie eccellenze, dei poli sanitari che offrono servizi di qualità ad un’utenza che proviene anche da fuori regione. È necessario quindi garantire la continuità di questi servizi e fare in modo che ci siano le condizioni affinché le strutture socio-sanitarie accreditate del crotonese possano continuare ad operare nel territorio – afferma in una nota Nicodemo Oliverio (PD). Sorprende, invece, come la politica di centrodestra, sempre prodiga di false promesse, si sia dimostrata insensibile a queste problematiche, non intervenendo nemmeno all’incontro promosso nei giorni scorsi dal sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro, sulle tante emergenze che attanagliano il settore e che mettono a dura prova sia le strutture erogatrici di servizi sia gli stessi livelli occupazionali, causando una serie di difficoltà che si ripercuotono poi sui pazienti che già sono costretti ad affrontare oggettive situazioni di difficoltà legate alle loro particolari condizioni di salute. Gli unici rappresentanti del Consiglio regionale a partecipare all’iniziativa, sono stati i consiglieri Francesco Sulla ed Emilio De Masi, rispettivamente del PD e di IDV, che ringraziamo. Di fronte a questo genere di difficoltà la Regione Calabria non può più chiudere gli occhi, non può distrarsi e non può promettere e non mantenere gli impegni assunti.
La politica dei tagli lineari non è quella che consente alle strutture di venir fuori dalle difficoltà, né aiuta a garantire i servizi, tantomeno la stabilità del tessuto occupazionale. A subire le conseguenze di questi tagli lineari sono soprattutto le strutture convenzionate di Cotronei che erogano, tra l’altro, prestazioni per disabili mentali e cure reumatologiche. Sono anni ormai che la Regione Calabria non riesce a risolvere il problema relativo all’insufficienza del fondo sociale necessario per coprire l’intero costo della quota sociale per le prestazioni socio sanitarie. Tutto ciò ha comportato un arretrato della Regione, nei confronti delle strutture sanitarie, di 22 mensilità, che impediscono di fatto di erogare i servizi di competenza e, contestualmente, mettono a rischio i livelli occupazionali incidendo negativamente sulla già provata economia del territorio. Un simile atteggiamento davanti a queste emergenze risulta inspiegabile, considerata sia l’eccellenza dei servizi erogati dalle strutture in questione, sia la qualità dei poli sanitari in questione a cui ricorrono tanti degenti anche da fuori regione. Le difficili condizioni economiche dettate da questo particolare momento di crisi non sono sufficienti a giustificare i tagli prodotti nella Sanità privata del crotonese, specialmente quando trattasi di servizi che non possono essere erogati da nessun’altra struttura pubblica. Alla Giunta regionale della Calabria chiediamo di intervenire con urgenza sul comparto e di attivarsi affinché le promesse fatte possano presto essere mantenute. Non vorremmo che la Regione Calabria con queste determinazioni possa mettere a rischio la sopravvivenza delle strutture interessate per poi sostituirle con altre ancora da inventare. Il “divo” Andreotti direbbe che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina!