Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, presso palazzo Alemanni, la firma del Capo del Dipartimento della protezione civile, Prefetto Franco Gabrielli, dell’ordinanza che consente il riavvio dell’iter di realizzazione dei nuovi ospedali in Calabria. “Quella che stiamo comunicando – ha affermato il Presidente Scopelliti – è un’ottima notizia per la Calabria, che premia gli sforzi di una classe dirigente e degli uffici regionali. Si tratta di un grande progetto che, nel pur vasto panorama delle cose fatte o già avviate per migliorare la sanità calabrese, può rappresentare l’emblema della svolta”. Non nascondo che la straordinaria soddisfazione per l’emanazione dell’ordinanza di Protezione Civile, che consente il riavvio dell’iter di realizzazione dei nuovi ospedali calabresi, resta comunque velata dall’amarezza per il tempo inutilmente trascorso e sottratto ai cittadini calabresi. Undici mesi di blocco forzato: tanti quanti, grazie al percorso virtuosamente attivato, erano bastati a superare in tempi record i ritardi ereditati dalle precedenti gestioni commissariali e garantire l’avvio concreto delle attività legate alla costruzione dei nuovi presidi”.
“Per gli ospedali di Vibo e della Sibaritide si procederà alla nomina delle commissioni giudicatrici che dovranno valutare le offerte pervenute; per l’ospedale della Piana di Gioia Tauro, si provvederà alla trasmissione della lettera di invito agli operatori che hanno dimostrato il possesso dei requisiti previsti dal bando di gara. Per l’ospedale di Catanzaro, si riavvierà lo studio del più idoneo assetto organizzativo-gestionale, secondo le specifiche indicazioni già fornite in tal senso dal Ministero della Salute”. La realizzazione dei nuovi ospedali – ha concluso il Presidente Scopelliti – rappresenta per la sanità regionale, allo stesso tempo, un punto di arrivo e di partenza, uno snodo vitale nel percorso di sviluppo, modernizzazione e rilancio che abbiamo avviato negli ultimi anni, una imperdibile occasione per poter arrivare a pretendere, nella nostra terra, ciò che oggi molti calabresi, sono purtroppo portati a cercare in altre regioni d’Italia”.