Le dimissioni del Direttore Generale, il dottor Sinibaldo Esposito, rende plasticamente visibile quanto è diventata grave la situazione della Fondazione Campanella, un tempo (neppure tanto lontano) fiore all’occhiello della Sanità pubblica calabrese, oggi emblema dello scempio amministrativo (non sanitario) in cui si dibatte lo stesso settore a causa di una scellerata politica di tagli lineari che colpiscono i Calabresi delle fasce più deboli ormai senza alternative per cure come quelle oncologiche, se non quella di riprendere la via di quei famigerati “viaggi della speranza” che altro non sono che disperati viaggi per destinazioni, spesso lontane e sconosciute, che recano ulteriori disagi a chi è già duramente provato per la malattia e per le spese che essa gà normalmente comporta. E se davvero le dimissioni fossero l’estremo tentativo di salvare il salvabile, ci chiediamo perché esse non sono state date prima, quando i Lavoratori protestavano sopra i tetti ei i malati e le loro famiglie vivevano l’apprensione per un futuro che era già fosco, ed invece arrivano solo oggi che il Presidente della Regione, vera reincarnazione del Giano bifronte che, mentre da politico dava il via all’iter, approvato dal Consiglio all’unanimità ed in modo bipartisan, per il riconoscimento dell’Istituto Campanella quale “Istituto di Ricerca e Cura a carattere Scientifico (IRCCS)” di diritto privato, nella qualità di Commissario delegato del settore ha sancito l’avviamento della procedura di liquidazione dell’Istituto stesso, sancendone formalmente la morte operativa, mentre concretamente hanno ucciso le residue speranze attraverso la gravissima decisione di bloccare all’Istituto ogni fornitura di farmaci e dei presidi terapeutici.
Decisione, questa, che ha portato letteralmente la disperazione tra le famiglie dei malati ricoverati ed in cura presso la struttura. Aldilà di ogni spiegazione economico-burocratica che si vorrà dare a questo assurdo comportamento, che così gravi ripercussione ha su tutto il “sistema sanità” calabrese e che colpisce duramente tanti nostri conterranei, la Fiamma Tricolore, a nome di tutti i Calabresi, che nessuno escluso sarà comunque indirettamente danneggiato da queste decisioni, chiede ai responsabili tutti di questa situazione di seguire l’esempio del Dg e rimettere nelle loro mani un mandato che hanno dimostrato di non saper portare avanti al meglio, soprattutto laddove hanno fatto sì, o comunque permesso, che la politica più becera occupasse postazioni che dovevano essere e restare solo amministrative o sanitarie, solo per realizzare un consenso esso stesso “malato”.
Umberto Maggi
Segretario Regionale Fiamma Tricolore Calabria