“Il Ripe del Falco” Cirò Riserva delle cantine Ippolito 1845 si conferma ai vertici dell’enologia italiana festeggia i 5 grappoli all’Hotel Cavalieri Hilton di Roma. Dopo i premi già attribuiti nel recente passato dall’Espresso e dal Touring Club, questa volta è l’Associazione Italiana Sommelier che premia il vino con i 5 grappoli, massimo riconoscimento attribuito alle eccellenze enologiche italiane. La premiazione ha avuto luogo sabato 24 novembre a Roma, durante una cena di gala in cui i 480 vini premiati in tutt’Italia, su oltre 20.000 vini recensiti, sono stati degustati in abbinamento a capolavori gastronomici preparati da chef pluristellati quali Gianfranco Vissani, Heinz Beck, Enrico Crippa e Pino Cuttaia. L’annata premiata è la 2001 e nonostante gli undici anni dalla vendemmia, gli autori scrivono così:”Rubino dalle marcate venature granate. Bouquet maturo e complesso che spazia dal pot-porri alle bacche di sottobosco, carruba, grafite, china e rabarbaro, cuoio, pepe nero e chiodi di garofano, lieve goudron e sfumature balsamiche. Sorso vigoroso ed appagante, di solida struttura, chiude sapido su persistenti note officinali e speziate.”Volutamente il vino viene messo in commercio dopo così tanto tempo dalla vendemmia a dimostrazione delle incredibili potenzialità del Gaglioppo in termini di eleganza, potenza e longevità, vitigno sul quale la famiglia Ippolito ha scommesso da sempre. Il Ripe del Falco inizia la sua storia nel lontano 1956.
In quel tempo da Cirò, si legge in una nota- partiva molto vino sfuso destinato a rinforzare i vini del Nord. Per questo motivo, il Sig. Vincenzo Ippolito scelse come bottiglia proprio una piemontese deformata ossia una bottiglia leggermente asimmetrica nella forma, che aiuta a decantare il vino e fa del Ripe del Falco un vino unico, non solo nelle caratteristiche organolettiche, ma anche nel packaging. Il nome identifica il vigneto di provenienza, facente parte della tenuta Mancuso, 70 ettari nel cuore della DOC Cirò a circa 200-250 metri s.l.m., sopra il quale spesso volteggiano alcuni falchi che dimorano nel bosco adiacente. Il vigneto ha oltre 40 anni di età e la resa è di circa 50-60 quintali per ettaro.Le uve, lasciate a maturare fino alla seconda metà di ottobre e raccolte manualmente, subiscono una lunga macerazione sulle bucce alla quale segue un affinamento di circa 2 anni in botti grandi di rovere francese prima e in silos di acciaio successivamente. Viene prodotto solo nelle annate memorabili e distribuito in oltre 20 Paesi nel mondo.La famiglia Ippolito, orgogliosa del riconoscimento ricevuto, dichiara: “ il 2012 è stato un anno importante per la nostra azienda, con l’apertura verso nuovi mercati e diversi premi attribuiti ai nostri vini dalle più autorevoli guide del settore. Ma questo riconoscimento ci gratifica particolarmente perché attribuito al vino che più rappresenta la storia della nostra azienda e del territorio di Cirò.”