Gianni Notaro del Comitato Cirò Marina per Matteo Renzi, in una lunga sua nota dichiara le motivazioni che lo hanno portato a scegliere la linea del “rottamatore” Matteo Renzi: “Sono e siamo democratici, punto e puntiamo sul Partito Democratico. Sugli uomini e sulle donne del Partito Democratico, su ogni singolo iscritto o simpatizzante del Partito Democratico. Ma dopo tutto questo, sono riformista o se si vuole sono un socialista-liberale, sono un maggioritarista, un bipartitista ed un primaritarista convinto. Sono per le liberalizzazioni quelle vere però. Non mi piace il livello delle tasse che potremmo definire svedesi per pagare servizi a livelli italiani. Mi piace l’idea della separazione delle carriere dei magistrati e della loro responsabilità civile, cosi come piaceva e piace all’82% degli italiani che hanno votato un referendum largamente disatteso. Cosi come mi piace l’abolizione sistematica di ogni finanziamento pubblico della politica, comunque lo si voglia chiamare. Ci piace la scuola e per questo sogno di poterla rivoltare come un calzino. Mi piace e punto sulla intelligenza degli uomini e delle donne e sulla loro capacità di rischiare, credere e lottare per qualcosa ed ottenerlo se dovuto. Non mi piace l’idea delle quote e con esse e sopra di esse, tutte le rendite di posizione. Mi piace la libertà, compresa, anzi su tutte, la libertà dal bisogno. Mi piace l’eguaglianza predisposta ai blocchi di partenza della corsa, e non l’egualitarismo imposto dall’alto al nastro del traguardo. E mi piace pensare che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti. Mi piace pensare che ai nuovi, così come ai vecchi e gravi problemi della società italiana si possa corrispondere anche con uomini e donne nuove o il rischio e che si muoia di formule politiciste. Mi piace pensare che sia finito e per sempre il tempo del compromesso storico, mi piace pensare un partito che si emancipi dalla sua stessa storia o storie o si corre il rischio attuale e concreto, che non si sappiano intercettare le speranze, le passioni, i desiderata delle nuove generazioni. E mi piace pensare che il tempo della cooptazione sia finito per sempre, mi piace pensarlo come antidoto al fortissimo rigurgito di antipolitica che invade lo stomaco della nazione, rigurgito che sappiamo bene avere cause precise e nomi e cognomi che lo hanno alimentato con il loro comportamento.
Mi piace pensare, che sia chiaro che certo modo di intendere o fare politica, berlusconismo lo hanno chiamato per tanto tempo, sia passato e non tanto per contrasto, quanto piuttosto per erosione. Mi piace pensare un partito a vocazione maggioritaria, perché ci sono uomini e donne che hanno avuto solo la tessera del PD, che hanno creduto e credono ancora in un progetto. Mi piace pensare che sia arrivato il tempo di esprimere contenuti e idee senza infingimenti o preoccupazioni correntizie, mi piace pensare che intaccare o recuperare voti in un bacino elettorale diverso, sia opera di grande politica e non pretesto per antistorici e stupidi processi inquisitori. Mi piace pensare che le primarie – giova rammentarlo – invitano i cittadini e le cittadine a esprimersi su diverse proposte politiche e non a stabilire, chi sia meglio, se il nuovo o l’usato sicuro. Ed infine mi piace pensare al mio Sud, al quale auguro e per il quale chiedo, di non farlo entrare o uscire dall’agenda politica a secondo delle convenienze, dei tempi e delle mode. Perché qui, nel mio Sud ci sono tante persone perbene, comprese le nuove generazioni, affamate di partecipazione e condivisione, che chiedono alla politica la banalità del bene: pubblicamente parlare della cosa pubblica e così rendergli servizio. Per tutto questo, credo che adesso sia arrivato il tempo della speranza, e dunque di Matteo Renzi.” Crediamo che tanta passione, pur se soggetta a commenti e valutazioni, non debba essere giudicata, ma rispettata!