Le esigenze di tutela della salute pubblica e di valorizzazione degli ambienti devono essere interpretate alla luce della normativa regionale, statale e comunitaria. E, a tal proposito, duole constatare che oggi, in un territorio che dovrebbe avere ben chiara l’importanza strategica di una corretta e puntuale applicazione di quella regolamentazione in materia, esistano ancora casi di violazione di tali principi. E’ quanto dichiara in una nota l’Avv. Filomena Falsetta, Presidente dell’Associazione Bene Comune Calabria e parte attiva nel settore Sicurezza e Difesa in merito ai disagi quotidianamente patiti da una famiglia di Carlopoli, la cui privata abitazione in Corso Dei Grilli è annessa ad un caseificio. E’ una vicenda, naturalmente, dagli aspetti non soltanto legali, ma che investe l’intera amministrazione di Carlopoli, chiamata a tutelare l’interesse pubblico, oltre che a compiere gli opportuni accertamenti sul rilascio dei relativi permessi. Non si può assolutamente tollerare – scrive Falsetta – che i residenti in questione, affacciandosi dalla propria terrazza, anziché respirare aria salubre, siano costretti, invece, a respirare oltre ai fumi emanati dal caseificio, anche quelli dei mezzi di trasporto che, per accedere al caseificio, passano rasente la propria casa. Nei giorni scorsi, sul Fatto Quotidiano è apparso un articolo sull’amministrazione di Carlopoli, dal titolo “Basta clan e poltrone, La buona politica si fa così”. Ebbene, in quell’articolo si legge di tutto, e cioè di una giunta comunale, quella di Carlopoli, simpatizzante del centro sinistra, che parla di una Regione infiltrata di gente che rovina ogni decenza, di progetto pilota sulla differenziata, di buche nell’asfalto, di Imu, di dimissioni a 30 anni ecc.ecc., ma non una parola su tale vicenda, non una parola su quel caseificio attaccato ad una civile abitazione. Carlopoli – continua Falsetta – è un piccolo paese di 1650 persone, eppure, quel caseificio mal sistemato sembra essere del tutto sfuggito agli amministratori. Ed è sfuggito nonostante le frequenti polemiche apparse sulla rete, e dalle quali si apprende che uno dei proprietari di quel caseificio è un consigliere comunale di Carlopoli.
Un’amministrazione comunale – puntualizza Falsetta – ancor prima di esprimere giudizi sull’attuale amministrazione regionale, dovrebbe vigilare sulla propria casa comunale, e accertarsi che sia libera da pressioni o condizionamenti di qualsiasi natura. Solo così potrà effettuarsi un reale controllo sociale sul territorio amministrato. A questo punto, mi domando se sia spontaneo ancora chiedersi quale legittima ragione abbia mai potuto consentire che quel caseificio continui, tuttora, a giacere indisturbato in quel luogo. Si, perché stiamo parlando, peraltro, di una zona, come Corso Dei Grilli, che rappresenta il corso principale di Carlopoli, e che, per questo, necessita di una sempre maggiore valorizzazione, e quel caseificio, di certo, situato, per giunta, vicino ad una scuola materna, ad una scuola media, ad un Parco giochi e ad altre civili abitazioni, non contribuisce a valorizzarlo. Ho appreso, altresì, che in quel luogo è stata istituita di recente una guardia medica, dalla quale ( volendo usare quella punta di sarcasmo che purtroppo esige la circostanza), potrebbero recarsi un giorno coloro che potrebbero soffrire gli eventuali danni provocati da quel caseificio. E, sempre sulla rete, spuntano opinioni riguardanti l’effettiva utilizzazione dell’area PIP di Carlopoli, nella quale quel caseificio potrebbe trovare – secondo Falsetta – un’adeguata collocazione -ma nello stesso tempo aggiunge – non spetta a me, naturalmente, suggerire le svariate soluzioni all’attuale amministrazione di Carlopoli per ovviare al rilevante disagio. Per tutto questo – conclude – richiederò al Sindaco di Carlopoli Mario Talarico l’attivazione di un tavolo di confronto ai fini dell’emanazione di un’ordinanza che disponga l’immediata rimozione, da quel luogo, di quel caseificio.