Un significativo e determinante momento di confronto quello vissuto durante l’incontro promosso dalla Segreteria regionale della Faisa-Cisal e svoltosi a Lamezia nella mattinata di ieri, all’interno del Dopolavoro Ferroviario. Presenti, unitamente ad una delegazione di lavoratori delle Ferrovie della Calabria, il Segretario regionale della Faisa-Cisal Raffaele Rotella, il Responsabile provinciale Salvatore Nardini e l’Avv. Filomena Falsetta, Presidente dell’Associazione Bene Comune Calabria e parte attiva sul fronte della Sicurezza e Difesa. Vari i temi messi a fuoco nel corso della riunione, tra i quali lo sciopero di tutto il personale di Ferrovie della Calabria proclamato dalla Faisa-Cisal per il prossimo 24 ottobre, dalle 11,00 alle 15,00. Un incontro che ha maturato, soprattutto, una decisione non più rimandabile, e cioè quella di intraprendere una concreta e reale azione che possa validamente costituire una rivalsa dei lavoratori nei riguardi dei responsabili del declino aziendale. Per questo – si legge nella nota – si è deciso all’unanimità di adire la Magistratura competente affinchè accerti la responsabilità in capo agli Amministratori dell’Azienda, indagando sui fatti di “mala gestio” nonché sull’ipotesi di “appropriazione indebita” per il mancato versamento agli aventi diritto (banche, finanziarie, associazioni mutualistiche, ecc.) delle quote di retribuzione regolarmente trattenute nelle buste paga dei lavoratori.
L’iniziativa della Faisa- Cisal – dichiara Filomena Falsetta – si è rivelata espressione della capacità di un Sindacato di rendersi un autentico interlocutore dei disagi dei lavoratori, costretti intollerabilmente a portare il pesante fardello delle colpe altrui, e, per questo, mi pregio di affiancarlo nella sua dignitosa azione di contrasto. Una scelta, quella di adire la Procura – continua – compiuta in ossequio al nostro ordinamento giuridico, che prevede che gli amministratori di società sono sottoposti a responsabilità civile e penale per omissione del dovere di vigilanza (richiesto dalla natura dell’incarico e dalle specifiche competenze possedute) sul generale andamento della gestione, rivolto a salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale. Una responsabilità che si prefigura “solidale” tra gli amministratori in tutte le ipotesi in cui, pur essendo a conoscenza di fati pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o quanto meno, attenuarne le conseguenze dannose. Una responsabilità, pertanto, che sussiste oltre che nei confronti della società, anche nei confronti dei creditori sociali e dei terzi. Affidarci alla Magistratura competente – conclude Falsetta – sembra essere, allo stato attuale, l’unica alternativa affinchè possano ricrearsi quelle condizioni che consentiranno ai lavoratori di recuperare la propria dignità personale e lavorativa.