Egregio prof. Rocco Nostro, Direttore Generale dell’Asp Crotone
Cittadinanzattiva-TDM, come Lei sa, sin dall’inizio ha seguito il percorso del piano di rientro con suggerimenti e proposte scritte; a questo punto, però, è molto preoccupata perché si sta procedendo alla riorganizzazione dell’ASP in maniera confusa, nebulosa e non partecipata, senza che, peraltro, si evidenzi, in modo specifico, reparto per reparto, quali siano i reali risparmi che questa organizzazione produce sul bilancio complessivo. In particolare ci sembra che la riorganizzazione dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi non segua un percorso lineare, logico e pertinente ai reali bisogni dei pazienti. Questo tipo di organizzazione porterà grandi problematiche nella gestione dei pazienti in dialisi peritoneale, dei pazienti in terapia conservativa ma destinati a trattamento dialitico e di quelli in attesa di trapianto. Le statistiche a disposizione del Ministro della Salute sull’ appropriatezza dei ricoveri nei reparti di Nefrologia non possono essere applicati indiscriminatamente senza tenere conto della realtà dei diversi territori.
A Crotone le patologie nefropatiche hanno un’ incidenza superiore rispetto alle altre realtà calabresi, quindi non si comprende perché non debba rimanere l’organizzazione così com’era, visti i brillanti risultati finora ottenuti e soprattutto le richieste espresse dal territorio che sono in continuo aumento.D’altra parte il TDM non comprende la razionalità della separazione della Nefrologia dalla Dialisi; la Dialisi dovrebbe essere diretta da un dirigente nefrologo e gli eventuali posti letto della Nefrologia dovrebbero essere gestiti nel reparto di Medicina. Per quanto il personale sanitario eserciti la professione con scienza e coscienza, non si può pretendere che abbiano competenze specifiche in branche diverse dalla loro formazione. Potrebbe capitare, per esempio, che il sanitario reperibile debba intervenire su un paziente nefropatico pur non avendo le adeguate competenze. Pertanto, come si potrà coordinare la complessità e la specificità delle varie patologie senza arrecare danni ai pazienti? Come potrà operare con tranquillità e serenità il personale sanitario sia medico che infermieristico?
Cittadinanzattiva – Tribunale diritti del malato