“Mi rivolgo a tutti Voi per cercare di spiegare e di condividere una scelta difficile, forse epocale per il nostro paese, ma una scelta obbligata”. Esordisce così, l’assessore al Bilancio, Sergio Ferrari, che, con una relazione puntuale, fatta di numeri, chiari e incontrovertibili, certificati anche dalla relazione del Revisore dei Conti, Sculco, che nel suo intervento finale, non potendo e non dovendo entrare nel merito delle scelte e delle determinazioni consiliari, per il ruolo che la sua funzione gli assegna, ha confermato e certificato tutti i “pesanti numeri” relazionati dallo stesso Assessore Ferrari. Proseguendo nella sua relazione, l’Assessore Ferrari, entrando nel merito tecnico e di scelta politica ha proseguito dicendo che “nel programma elettorale, sulla base del quale abbiamo chiesto ai cittadini di Governare il nostro paese, ci siamo impegnati a garantire tra l’altro, impegno, serietà e trasparenza, con l’obiettivo di fare ripartire il paese. Conoscevano le difficoltà in cui versava l’Ente, ma non potevamo prevedere di essere già in una situazione di dissesto nel quale non possono essere più garantiti i servizi essenziali e non possono essere pagati debiti liquidi ed esigibili. L’attuale drammatica situazione economica finanziaria, merita però di essere compresa nella sua evoluzione proprio per dare il senso di come si sia giunti a tanta grave determinazione, prosegue la sua relazione. Appena ci siamo insediati si parlava già di dissesto finanziario, ma noi, con senso di responsabilità, non abbiamo proceduto a fare la cosa più semplice in quel momento, per non volere essere tacciati di seguaci di Ponzio Pilato, lavandocene le mani. Abbiamo più volte ribadito che la dichiarazione di dissesto era da evitare e che ci saremmo arrivati solo con piena cognizione dei numeri e della situazione finanziaria dell’Ente e dopo avere valutato attentamente se vi fossero altre strade percorribili o altre soluzioni. Si sono così avviate le operazioni di ricognizione dei debiti e dei crediti, come gli atti inoltrati al responsabile dei servizi finanziari dell’Ente e del revisore dei conti dimostrano. In data 17 novembre 2011, il revisore dei conti in carica al momento, dott. Franco Carluccio, ha trasmesso il questionario sul consuntivo 2010. Esaminato il questionario, il magistrato istruttore ha instaurato regolare contraddittorio con l’Ente e con l’organo di revisione, in tali note venivano richiesti chiarimenti in merito a numerosi aspetti del rendiconto 2010. A seguito di questa richiesta del magistrato istruttore su mia richiesta la Giunta ha deliberato in data 14/03/2012 un atto di indirizzo chiedendo a tutti i responsabili di area al fine di effettuare un preciso e puntuale riaccertamento dei residui attivi e passivi, per evidenziare debiti fuori bilancio, fra l’altro atto dovuto da allegare al consuntivo. Successivamente il Comune forniva alcune valutazioni e informazioni al magistrato istruttore della Corte dei Conti , non riuscendo però a superare tutti i rilievi mossi dallo stesso magistrato, si è giunti così alla famigerata delibere n° 70 della Corte dei Conti del 31 maggio di quest’anno con la quale venivano evidenziati in maniera precisa le contestazioni : comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria dell’Ente relativi al rendiconto 2010”. Debiti e gestione, và detto che tutti hanno riconosciuto durante il consiglio che traggono origine da lontano, dagli anni 90 addirittura.
Ma proseguendo nella sua relazione, Ferrari ha specificato e riferito in dettaglio che questi rilievi hanno soprattutto riguardato la tardiva approvazione del rendiconto 2010, i parametri deficitarie che attengono alla gestione dei residui attivi, che sono le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio e quelli passivi, che sono le somme impegnate e non pagate entro il medesimo termine e qui la Corte dei Conti fa riferimento in particolare a quelli formatesi prima del 2006 che difficilmente potranno essere riscossi. Ed ancora la Corte rileva l’ampio ricorso alle anticipazioni di cassa per oltre un milione e duecentomila euro, già segnalata in riferimento al rendiconto del 2009. La poca azione di recupero crediti che ha inciso solo per il 17,48%, con evidente sospetto danno erariale per l’Ente. E Poi i debiti fuori bilancio, pari ad euro 1.535.487,74, acqua potabile, raccolta e trasporto rifiuti, smaltimento rifiuti ed energia elettrica per altri 11.623.487,04, con un primo dato complessivo che già da solo, farebbe dichiarare lo stato di dissesto, circa 15 milioni di euro. Ai quali vanno aggiunti il contenzioso per altri oltre 8 milioni, i pignoramenti, i mutui contratti per oltre dodici milioni di euro che oggi determinano una rata semestrale di circa 450 mila euro. Conclude quindi nella sua relazione puntuale, Ferrari, che alla luce di questi dati e queste cifre, purtroppo non ci sono soluzioni alternative nel rispetto delle norme e della trasparenza amministrativa e conclude dicendo che “proponiamo di dichiarare il dissesto non perché gettiamo la spugna, non per incapacità gestionale, come qualcuno ci accusa, ma perché non ci sono alternative e perché il dissesto è l’unica procedura che consente la legge per la sopravvivenza dell’Ente Locale, come erogatore di sevizi essenziali. Il dissesto quindi, visto non come una resa o disastro sociale, ma opportunità per ripartire senza l’affanno dei pignoramenti, della crescita degli interessi, di dovere inseguire il passato strutturalmente deficitario Quindi, la dichiarazione di dissesto da vedere e leggere come opportunità di rilancio e ripartenza, perché i debiti verranno congelati, non produrranno né debiti, né spese, si fermerà l’emorragia derivante dal continuo esborso di somme verso i creditori. Si avrà il tempo di fare un piano di rientro ma nel contempo si potrà continuare ad erogare i servizi essenziali. “Per adottare questa cura, dovevamo far venire fuori la malattia della quale già da anni si avvertivano i sintomi”. Infine alcuni chiarimenti che hanno riguardato il ribadire che nel momento in cui viene dichiarato il dissesto del Comune, Sindaco, Giunta e Consiglio, restano in carica, ma verranno coadiuvati da una Commissione espressamente designata dal Ministero degli Interni. La Commissione si occuperà del disavanzo pregresso mentre l’Amministrazione gestirà il bilancio risanato, basato oltre che sull’aumento delle Entrate dei tributi, come relazionato dall’Assessore Anania nel suo intervento, sul contrasto all’evasione e sul contenimento delle spese.”
Dopo il minuto di raccoglimento iniziale dedicato al ricordo e memoria del compianto, Sindaco Astorino, e l’intervento iniziale del Sindaco Roberto Siciliani che ha chiarito anche la querelle con l’on.le Oliverio, che ha altresì fornito sintetiche spiegazioni politico istituzionali sulle scelte della sua Amministrazione circa la decisione di portare al vaglio del Consiglio la decisione del dissesto, si è entrati nel vivo della discussione. In una sala gremita come non mai in questi ultimi tempi, segno che il problema è alquanto avvertito dall’opinione pubblica e, forse, di una accresciuta sensibilità da parte di cittadini, dopo la puntuale relazione dell’assessore al bilancio, Sergio Ferrari, sono intervenuti quasi tutti i consiglieri di opposizione, che ciascuno dal suo punto di vista politico amministrativo, ha dato la propria valutazione, ha mosso dei dubbi, ha indicato nuove strade.
Dal capogruppo del PD, Nicodemo Parrilla che ha rimarcato la sua ferma convinzione che tale dichiarazione andava evitata perché inevitabilmente la cosa ricadrà sui cittadini che si vedranno addebitati ulteriori carchi fiscali che andranno ancor più a pesare sulla già insostenibile situazione economica delle famiglie e anche perché convinto che la situazione dell’Ente non è tale come sembra. Ma i numeri dicono altro e la Corte dei Conti lo sottolinea. Dichiarando il suo no alla votazione finale, ha anche dato notizia e allegata agli atti del consiglio, di una sua relazione che ha chiesto venga inoltrata al Prefetto con la quale spiega secondo le linee del gruppo PD, che sussistano motivi per respingere la dichiarazione di dissesto. Il che, a chi era presente in aula e ascoltato numeri e dati, sembra inverosimile, anzi quasi un’assunzione di responsabilità, in quanto si legge in essa che la precedente amministrazione da lui guidata, avesse in parte contezza della situazione debitoria, ma che si poteva cercare di andare avanti, nonostante i numeri, per rispetto delle difficoltà dei cittadini e della già grave situazione finanziaria Nazionale, che in parte hanno causato l’accelerazione di tali gravi decisioni. Ha ribadito che non ha nulla da temere sul piano giudiziale da parte della magistratura contabile e sereno sul suo operato e quello della sua amministrazione.
Concetto ribadito dal consigliere dell’Api, Giuseppe Russo, che ha invocato l’intervento della politica e dell’esperienza di chi ha sempre guidato la politica locale, il suo riferimento è andato al già senatore Filippelli, più volte sindaco della città e all’on.le Oliverio, politici di lungo corso, che avrebbero potuto indicare strade diverse se consultati. Infine ha chiesto, per le motivazioni anche espresse da Parrilla una mozione, messa ai voti e respinta, con la quale chiedeva il rinvio del consiglio sul punto del dissesto.
Voto contrario da parte anche dei rappresentanti del Pdl. Un no più tecnico che politico, come Salvatore Malena e Domenico Spataro hanno dichiarato, in quanto completamente estranei ai processi amministrativi sia pregressi che attuali, hanno voluto sottolineare solo l’assoluta vicinanza ideale con la popolazione e con la gente che alla fine di questa fase, ne dovrà pagare lo scotto, ricordando fra l’altro che durante anche la precedente amministrazione guidata da Parrilla, il capo gruppo, Barbara Brunetti, più volte aveva segnalato anomalie e dissonanze con la redazione dei bilanci, ma mai analizzati con attenzione. Considerano tale decisone di dichiarazione di dissesto, una sconfitta per la città tutta.
Non poteva mancare l’intervento del capo gruppo di maggioranza, Francesco Ferrara che ha sottolineato come la decisione finale fosse il frutto di un lavoro estenuante e duro fatto con la macchina amministrativa dell’Ente e con il lavoro quasi certosino e attento dello stesso assessore Ferrari, che lavorando anche nottetempo con senso di responsabilità ha dimostrato insieme a tutta la giunta, che questa amministrazione ha le carte in regola per dimostrare che questo dissesto proviene da lontano. Volendo così affermare che nessuna amministrazione precedente ha mai con attenzione vagliato il continuo andare alla deriva della finanza locale, dimostrando poco attaccamento alla cosa pubblica e al futuro dei propri figli, che oggi ne pagano le scelte.
La speranza e l’augurio è che tali scelte e decisioni, siano ben comprese da tutti, perché le responsabilità politico amministrative a parte, tutti saremo chiamati a contribuire al risanamento, anche gli evasori e gli speculatori, che ci auguriamo siano individuati e sanzionati, come gli stessi amministratori se rei di avere commesso danno erariale.