Il prototipo dei vizi italiani, latente nel carattere nazionale insieme alle virtù che sicuramente non mancano, siamo attendibili, laboriosi, molto ospitali, ma anche scaltri, furbi, anarcoidi, indolenti, insofferenti alle regole, in molti casi adulatori e incoerenti, disprezzo delle istituzioni, ma il difetto più subdolo e infido che sta emergendo in questi ultimi tempi è che siamo assuefatti, quasi insensibili a qualunque avvenimento, a qualsiasi notizia, a qualunque disgrazia accade, sia un delitto, sia una strage, sia uno stupro, tanto notizia copre notizia con la velocità di un lampo e ciò ci porta a chiuderci sempre di più nel nostro orticello, nella nostra alienazione, nel nostro isolamento anomalo e non ci preoccupiamo più del bene comune. Questa breve premessa per esternare la mia rabbia e quella di tanti altri cittadini del Crotonese. Pare che il Crotonese sia la provincia più bistrattata d’Europa, ormai i treni diretti a lungo percorso per Milano e Torino sono stati soppressi da “Trenitalia”, mentre nell’altra “Italia” da Lamezia in su, ci sono le “Frecce rosse”, le “Frecce verdi” il lussuoso “Italo” ci informano che a dicembre forse chiuderà l’Aeroporto di Isola, ma se ricordate bene già negli anni Ottanta il Ministro Claudio Signorile amico di Craxi, in quel tempo Ministro per gli interventi straordinari del Mezzogiorno, voleva trasportare pezzi dell’aeroporto in Puglia. In questi giorni leggiamo che chiude il reparto di nefrologia, dell’ospedale di Crotone San Giovanni di Dio, la motivazione, per il riordino del sistema sanitario ospedaliero, imposto dai tagli connessi al piano di rientro della salute regionale. In pratica da ciò si evince che uno sfortunato dializzato deve andare in un’altra sede per il lavaggio del sangue con pesanti sacrifici, disagi oggettivi e iter dolorosi che comportano una situazione simile; uno scandalo, una vergogna, un atto scellerato di chi vuol far pagare ai poveri malati il prezzo sempre più ignobile delle ruberie che ci sono state nella sanità calabrese. Noi ci domandiamo non sono stato certo le vittime, i pazienti, che hanno rapinato la sanità, né gente che viene dal pianeta Marte, ma sono stati certamente chi aveva ed ha le mai in pasta, e a che cosa sono serviti i Manager con stipendi iperbolici da scandalo, per aver ottimizzato e recuperare le eventuale perdite di una struttura ospedaliera? Dove sono finiti milioni di euro? Ora, questi pirati, invece d’essere liberi, dovrebbero essere tradotti verso le patrie galere dov’è la sede naturale per trascorrere il resto della loro vita. Invece sono fuori, gagliardi, fra gente che conta, grassi, tranquilli con la coscienza sporca e il volto radioso con le pappagorge ridondanti e sudaticce. Chi ha vigilato sugli imbrogli, di questi individui? Non ci sono aggettivi per qualificarli.
Facciamo qualche esempio, come si fa a non parlare delle commistioni tra politica, Ndrine e la burocrazia della provincia di Reggio Calabria, dove c’è stato l’alterato sistema degli accreditamenti, dove emerge quanto fosse facile l’alterazione dei documenti contabili dell’azienda sanitaria Reggina. Nel 2006 l’Assessore Lo Moro invia a Crotone il tedesco Thomas Schael che si mette a lavoro con impegno e zelo e rivolta l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio come un calzino, ma fu subito isolato politicamente, mal sopportato, rimproverato per le sue ispezioni a sorpresa e poi rimosso quando denunciò la presenza di un buco nell’azienda Crotonese di 70 milioni di euro. Si potrebbe continuare ancora con altri esempi a parlare di quest’indegno squallore. Invece per quanto riguarda l’ospedale San Giovanni di Dio, io, personalmente, posso affermare che ci sono medici ed infermieri che meritano l’encomio per come lavorano, per come trattano i pazienti, con quanta abnegazione, quanta professionalità e umanità. Al Pronto Soccorso, dove ha dedicato la sua vita il compianto dott. Giuseppe Astorino, c’è il personale sanitario che lavora ad un ritmo serrato, incredibile, per la ressa di pazienti che arrivano in continuazione da tutte le parti. C’è il reparto d’eccellenza di “Medicina d’urgenza” dove opera come primario l’efficiente dott. Lino Mungari coadiuvato dal bravo dott. Dionisio Gallo e da altri bravi professionisti dove però mancano gli infermieri e non vi dico quanta umanità c’è in queste persone, quanto lavoro, quanti sacrifici per sopperire alla carenza del personale. Un’altra rapina è la chiusura del reparto di neonatologia, una specialità praticata nelle unità di cura intensiva neonatale, fiore all’occhiello dell’ospedale di Crotone. E’ doloroso accettare questa amara realtà della chiusura dei reparti e della riduzione del personale, vale a dire, tornare indietro come il gambero. Lo so che le parole, le proteste, i mugugni, le bestemmie sono solo uno sfogo, servirà a poco anche questa mia rimostranza pubblicata sul giornale, della quale i lettori, forse, leggeranno solo il titolo, ma la cosa grave è che anche se si protesta su di una gru, sopra un ponte, o in una piazza, i furbi, i pagnottisti, ignorano chi si lamenta, adagiati sul loro misero egoismo che hanno eretto a valore e vivono da nababbi, con ville con piscine e gli annessi e connessi, altri cittadini invece pensano che queste tragedie capitano sempre agli altri, poiché la tragedia, purtroppo… è sempre personale.
Cataldo Amoruso