“Lo sblocco da parte del CIPE dei fondi FAS rappresentano, senza dubbio, una boccata d’ossigeno per l’intera Calabria. Nella nostra regione – continua la nota di Nicola Belcastro sindaco di Cotronei – fare delle scelte è drammaticamente difficile, considerate le tante criticità e dove individuare un’emergenza più grande rispetto alle altre non è certo agevole. E’ giusto che ogni territorio rivendichi la giusta attenzione, come anche in questa mia riflessione non mi coinvolge alcuna logica campanilistica o rivendicazionistica fine a se stessa, ma non rilevare che le scelte di investimento dei fondi FAS (ripeto investimenti), come complessivamente l’azione del governo regionale, mirano a favorire dei territori e penalizzare altri. Questo ritengo sia doveroso evidenziarlo. Lo faccio nella mia veste di Sindaco del comune di Cotronei, che rappresenta uno dei punti di forza dell’economia turistica crotonese ed uno dei principali centri di riferimento della politica montana della Calabria. Quando si parla di Villaggio Palumbo, di Trepidò, del lago Ampollino, si rappresenta quanto di più bello le montagne calabresi possono offrire. Se poi si contestualizza il tutto all’interno del segmento del turismo montano il territorio da me amministrato può essere benissimo classificato come la “capitale del turismo montano calabrese”, sia in ordine di presenze di turisti, di attenzione e presenza dell’economica privata e di attenzione del pubblico (aimè del solo comune, attesa la storica latitanza dell’ente provincia e della Regione Calabria). Tale ultima considerazione, vedendo la ripartizione dei fondi FAS, trova un’ennesima conferma. Senza voler contrappormi con altri territori montani, non posso non rilevare che le scelte fatte di dare priorità, attenzione e risorse finanziarie a due aree montane (comprensorio Camigliatello-Lorica, 13,17 M € e Gambarie, 10,20 M €.), escludendo solo la Sila crotonese rappresenta una discriminazione significativa che contiene anche il tentativo di marginalizzare il territorio e di ridurre le potenzialità turistiche e di sviluppo dell’area, nel tentativo di favorirne altre. Ulteriore conferma è rappresentata dal fatto che gli impianti di Villaggio Palumbo, come gli altri, hanno solo un anno di vita, prima della chiusura. Eppure parliamo di un comprensorio turistico che ha una serie di eccellenze: piste innervate artificialmente, illuminazione delle stesse per oltre 2 KM, oltre 20KM di piste di varie difficoltà, unica pista omologata per il supergigante nel centro-sud Italia, bob su pista in acciaio, tappetino per lo sci estivo, etc. Etc. Queste peculiarità rappresentano solo alcuni degli investimenti realizzati ed usufruiti dai turisti e dagli sportivi.
Il programma degli investimenti sul territorio per il futuro è ancora significativo, prevedendo La ristrutturazione degli impianti di risalita ed il prolungamento degli impianti di innevamento artificiale oltre alla realizzazione di una nuova seggiovia. Tale programma è già esecutivo e cantierabile, godendo anche del relativo permesso a costruire ed è messo in discussione da tali discriminazioni. Sarebbe veramente interessante verificare se altri progetti (quelli finanziati), hanno tali caratteristiche, oppure siamo sempre nell’ordine di idea che si identificano investimenti senza i relativi progetti esecutivi? A poco valgono le giustificazioni (di chi si arrampica sugli specchi) che riconducono nei PISL l’unica occasione di finanziamento (basta vedere le risorse finanziarie disponibili per la misura turismo nella provincia di Crotone), ovvero alla presenza privata nell’area interessata allo sviluppo del comprensorio sciistico, dimenticandosi che l’impianto è una struttura di trasporto pubblico con concessione regionale pubblica. Il valore del privato all’interno del mondo turistico montano è un valore importante, da stimolare e favorire, invece che continuare ad elargire risorse pubbliche che non solo non vengono gestite in modo produttivo, ma che creano ulteriori disavanzi nella gestione che sempre l’ente pubblico regionale provvede a finanziare. Invece di stimolare la concorrenza, favorire l’azione imprenditoriale positiva e produttiva, si continua con la sola logica dell’assistenzialismo fine a se stesso affermando il principio che sia sempre il “pubblico” a dover pagare per l’inefficienza ed il malcostume. Due domande diventano naturali: perché deliberatamente si penalizza il privato che opera nel settore turistico? E, se il ruolo del pubblico è indispensabile, perché la Regione Calabria non rileva gli impianti di Villaggio Palumbo per renderli paritari rispetto agli altri centri? La cosa che più preoccupa è che i rappresentanti del territorio, difronte ad una discriminazione del genere, siano completamente assenti e silenti, nonostante le presenze e gli incontri che sono stati fatti in Sila, con contestuale assicurazione circa l’impegno e l’attenzione. Caro presidente e cari onorevoli in indirizzò, vi invito a venire in Sila a conoscere la realtà montana crotonese, per rendervi conto di persona delle peculiarità dell’area e porvi la domanda sul perché un territorio deve continuamente essere penalizzato e marginalizzato a danno e per favorirne altri. Resto in attesa di una risposta ed invito gli altri attori del territorio a riprendere un protagonismo necessario ed utile”.