Alla rassegna del festival del teatro dialettale di Caccuri, 30 giugno – 19 agosto, l’importante evento voluto da Adolfo Barone, Olimpo Talarico e Giuseppe Miliè, ha vinto il primo premio come migliore opera la Compagnia teatrale “La Torre” con la commedia di Cataldo Amoruso “Chini vo u male e l’atri…”. Le compagnie in gara: Acheronitia (Cerenzia) con la Commedia “E re stalle are stilli”. Perseo (Petilia Policastro) “A vita è na giostra”. Le Mamme (Strongoli) “Bene mio core mio”. Tutti per Uno (Strongoli) “Ti spusassa ma mi custi assai”. Fuori concorso Gtmc di (Caccuri) “E ru gabu un sinne morari…”. Un plauso per questa vittoria va senz’altro oltre che alla compagnia “la Torre”, all’autore della commedia Cataldo Amoruso, ma soprattutto a Federico Mancuso regista della compagnia che con la sua dedizione la sua passione per il teatro sta portando questi giovani attori emergenti a raggiungere ottimi traguardi. A Federico vanno i meriti di aver saputo aggregare, amalgamare, assemblare e dirigere questi giovani e volenterosi attori, ponendo in essere tutta la sua esperienza, la sua costanza, la sua tenacia ed il suo proverbiale rigore, e così oggi, porta sulle scene una commedia molto esilarante ricca di colpi di scena con giovani attori come il simpaticissimo Ciccio Caputo che si è calato con maestria nella parte del Barone Castracane, malato immaginario e senza un soldo, perennemente assillato da strane malattie, come: “U ciciru arrapato ntu iteddu” e la sindrome “Della ciavola pazza”. Ottima l’interpretazione di Salvatore Filosa nel ruolo del “Pazzo” Gaetano Castracane che parla di filosofia, di antropologia, filologia e di sociologia con un “Ciuccio”. E’ sorprendente nei suoi deliranti progetti fra i quali costruire un ospedale di microchirurgia con chirurghi altamente specializzati a trapiantare anche un fegato alle mosche o a trapiantare organi ari “Carcarazzi, ari Marivizzi e ari Canicrozzi. Rosa Maria Rigoglioso, di origine siciliana, è Agata Trematerra, la protagonista, donna veemente, Manierosa, cerimoniosa e debordante, ex raccoglitrice di olive, interpreta la moglie del barone. Brava Pina Leto nel ruolo di Giovanna, figlia del barone e ottima anche nel ruolo di Zia Adelina. E’ una sorpresa, l’avvocato Pierpaolo Capoano nel ruolo di Lodovico, un personaggio sui generis, aulico, stralunato, camarillico ed effervescente, che si esprime in versi con un’enfatica teatralità d’altri tempi. Bravi gli altri personaggi. Lauretta, la cameriera, è interpretata da Anna Maria Manfredi, Franco Grillo è Gennarino, factotum nel palazzo del barone, eccellente nel doppio ruolo del dott. Caterpilla, Franco Murgi è Fortunato (Cugino del Barone), è credibile anche nel ruolo dell’avvocato Lo Suricio. Antonio Rosati interpreta un infermiere. Un plauso va al Direttore di Scena Marcella Bossa e a tutti coloro che stanno dietro le quinte: aiuti scenografi, microfonisti, macchinisti, assistenti musicali che si prodigano con passione e fervore perché lo spettacolo funzioni al meglio ed assuma i prismi della professionalità, riconosciamo i meriti e la professionalità dei truccatori che rendono i personaggi credibili nei propri ruoli.
Il regista fa una sintesi della commedia: “I personaggi raccontano la storia ambientata negli anni 60, di un barone che, oltre ad essere un malato immaginario, versa in pessime condizioni finanziarie per i troppi debiti di gioco che ha contratto con la passione smisurata per il gioco. Ha sposato, contro la volontà, paterna Agata Trematerra, una donna che non possiede né titoli né stemmi nobiliari, ha una figlia, Giovanna, molto religiosa. Nel palazzo, nonostante tutto, sono rimasti Lauretta e Gennarino, la servitù. Il barone tenterà di appropriarsi della cospicua eredità del cugino Gaetano che, dopo tanti anni, uscito dal manicomio sarà ospitato a casa sua e cercherà di far sposare la figlia Giovanna con il figlio adottivo di Gaetano, Lodovico, mentre i creditori del barone bussano continuamente alla sua porta per cercare d’incassare qualcosa… “. “Non mi sembra corretto che vi racconti la storia anticipatamente, è giusto che voi, anche solo per un attimo proviate quella sensazione di felicità allegria che la libertà ed il diritto alla contraddizione possono dare. Mi auguro che nello stesso tempo vi possiate divertire”. Federico Mancuso ci ha fatto un sintetico sunto della commedia e le sue impressioni sull’opera. La compagnia Teatrale la Torre è sostenuta con entusiasmo dal sindaco Murgi e dall’Amministrazione Comunale di Melissa e Torre Melissa ed ha anche un forte supporto di tutta la cittadinanza. La Compagnia teatrale la Torre rappresenterà “Chini vo u male a l’atri” il 20 agosto, alla Cirò Arte organizzata dalla Proloco di Cirò Mariana presso i Mercati Saraceni.