“Il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, intervistato in merito alle misure relative alle Province nell’ambito della spending review, non ha dubbi e conferma l’intenzione del Governo di dimezzare gli enti provinciali. “Abbiamo tolto la parola accorpamento – spiega il Ministro – non per attenuare l’effetto della riforma, ma per evitare che si creassero province di serie A da salvare e di serie B da abolire”… “L’Italia, con il taglio delle Province, compie una vera e propria svolta – ha detto il ministro – nell’assetto dello Stato. Basta con i microfeudi, ora è il momento di una riorganizzazione che deve essere il fulcro per uno Stato nuovo, innovativo, snello e più utile ai cittadini. Per la prima volta nella storia repubblicana si è deciso di ridurre il numero delle Province. Un’operazione che non rappresenta un allontanamento dello Stato dal territorio ma che permetterà di eliminare costosi doppioni”. A sentire queste dichiarazioni – prosegue la nota del Coordinatore della RSU della Provincia di Crotone Vincenzo Malacari – si rimane un po’ perplessi, non fosse altro perché, in tutta questa tiritera sugli sprechi, sui micro feudi e sulla necessità di un grande processo riformatore della pubblica amministrazione, il ministro Patron Griffi dimentica un piccolo particolare: la quantificazione dei risparmi derivanti dall’operazione riordino. Il perché di una tale dimenticanza è semplice: dal riordino delle province, probabilmente, non si risparmierà un bel nulla. Anzi, come osserva la commissione Bilancio del Senato, il rischio potrebbe essere addirittura l’opposto, ovvero quello di un aggravio dei costi derivante dal trasferimento di funzioni ai Comuni. La prova? La relazione tecnica del Governo all’art 17 decreto legge 6 luglio 2012 n. 95 in tema di riordino delle province.
Cosa dice: “Si tratta di una norma procedurale e, pertanto, non è possibile allo stato attuale quantificarne gli effetti finanziari, posto che questi potranno essere rilevati solo successivamente, al completamento dell’iter. Ed ancora: “circa le disposizioni contenute nei commi da 6 a 9 in attuazione dell’art. 23 comma 18 del decreto legge n. 201 del 2011, come convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, trasferiscono ai Comuni tutte le funzioni riguardanti le materie di legislazione esclusiva statale già conferire alle province, comportano prospettive di maggiore integrazione funzionale con le funzioni già di competenza comunale. La norma non è suscettibile di produrre oneri in quanto contestualmente al trasferimento delle funzioni, saranno trasferiti altresì i beni e le risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative”. Queste poche righe non sono sufficienti per convincere i più scettici che la soppressione delle piccole province sia solo un’azione simbolica. Ci vuole un’ulteriore prova? Bene, eccola: la tabella redatta dalla Ragioneria generale dello Stato, illustrativa dei risparmi discendenti dal decreto sulla “spending review”. Leggiamola bene: la riga relativa al riordino delle province non esiste nemmeno. Perché? Perché da tale idea non deriva nemmeno un centesimo di Euro, né nemmeno una frazione di Dracma, di risparmio. Nulla! In buona sostanza, come ricorda l’amico Luigi Oliveri, “è solo una “coperta di Linus, un contentino ai giornalisti che sulle intemerate contro la “casta” costruiscono la loro popolarità, nonché uno “scalpo” da offrire al popolo, da mostrare per far vedere che si lotta contro “gli sprechi”, anche se in effetti non si cava un centesimo dal buco”.
Ho fatto vari preventivi di assicurazione auto online scrivendo in uno che ero residente in provincia di KR, poi di CZ e poi di CS.
Ebbene?
In provincia di KR paghiamo più del doppio che nelle altre due province. Se non ci credete provate anche voi.
Chissà se Vincenzo Malacari ha la risposta anche per questo mistero.
Se verrà abolita la prov di KR diminuiranno anche le “tasse” che ci obbligano a pagare alle assicurazioni?
Carisimo Salvatore,
Prima di rispondere alla tua domanda voglio chiarire un piccolo particolare: non sono crotonese, ma catanzarese ! Vivo a Crotone da più di 12 anni e amo questa città più della mia. Cosa quest’ultima che non posso dire per molti (non tutti) crotonesi.
Ciò premesso, la tassa cui tu accennavi dovrai continuare a pagarla , probabilmente alla provincia di Catanzaro
I premi assicurativi non sono di certo determinati dalla provincia, ma sono legati ad alcuni parametri di rischio determinati dalle stesse compagnie assicurative. E se a Crotone questi premi sono cosi alti ciò lo si deve ad un tasso di frodi assicurative da primato.
Ad ogni buon conto, non credo comunque che con il riordino delle province le compagnie saranno cosi stupide da far abbassare i premi per l’area geografica di Crotone
Vorrei dire che le provincie non si meritano, ma sono delle circoscrizioni amministrative e come tali devono essere utili e funzionanti. A monte deve esserci una individuazione territoriale seria, fatta da persone competenti, e possibilmente libere da lacci e lacciuoli politici (pura utopia). Se di riorganizzazione deve trattarsi, ben venga, ma che sia fatta con oculatezza, allargando il campo anche alle regioni: ha senso che esistano regioni grandi quanto un quartiere di Roma? E che esistano ancora regioni a statuto speciale, sapendo che all’epoca della realizzazione di queste ultime si trattò semplicemente di concedere dei ‘contentini’ molto costosia sardi, siciliani, valdostani ecc.? Non sarebbe male rivedere un po’ di storia, magari facendosi un’idea della divisione amministrativa del tanto bistrattato Regno delle Due Sicilie, per non scomodare l’Impero Romano. Posso garantire che le sorprese non mancherebbero. Del resto la suddivisione amministrativa italiana non è altro che uno scimmiottamento di quella francese.
Saluti
Cataldo A. Amoruso.
Condivido pienamente il ragionamento fatto da Cataldo
Tant’è che negli ultimi giorni ho lanciato una proposta di sopprimere la provincia di Crotone per creare una grande Provincia Ionica
Mi limito pertanto a riportare quanto già detto
Si può cogliere l’opportunità offerta proprio dalla norma sul riordino, per tentare di creare una grande provincia, che abbia un’estensione territoriale tale da abbracciare tutti i comuni del versante ionico fino ad arrivare ai confini con la Basilicata.
Lo so, in molti penseranno che una proposta del genere è pura follia, se non addirittura eresia. E, alla fine, nessuno la prenderà in considerazione.
Ma questa proposta è veramente cosi pazzesca, come qualcuno potrebbe pensare?
Mica tanto, se solo per un attimo riusciamo a concentrare l’attenzione sulle opportunità di sviluppo e sulle ricadute economiche e sociali che una tale operazione potrebbe offrire per le popolazioni di Crotone e della Sibarite, senza per questo dimenticare quelle che vivono in mezzo a queste due realtà.
Proviamo un po’ ad allargare con la mente i nostri orizzonti, lasciando debitamente da parte i meri interessi di bottega (che costituiscono i veri freni a qualsiasi forma di sviluppo), pensiamo alla possibilità di migliorare la rete viaria, partendo dallo snodo autostradale di Sibari fino ad arrivare all’aeroporto di Crotone, all’opportunità di sviluppare un offerta turistica per l’intera fascia ionica, all’occasione per le tante imprese locali di espandere i propri mercati, alla possibilità di gestire meglio le questioni legate all’ambiente (in particolare la gestione del ciclo dei rifiuti), all’opportunità di creare sinergie tra i porti di Crotone e di Corigliano, allo sviluppo di itinerari storico culturali diversificati, e, più in generale, pensiamo alla voglia di crescere tutti insieme, di uscire dall’isolamento e di creare un futuro ai nostri figli.
Tutto questo lo possiamo realizzare se pensiamo allo sviluppo della Calabria come una cosa sola, all’interno della quale sia concesso a tutti di crescere, anche come mentalità, nella consapevolezza che lo sviluppo delle singole parti determina lo sviluppo dell’insieme. Il tutto, senza nulla togliere alla Provincia di Catanzaro e di Cosenza, territori questi già molto ampi, che dal processo di riordino non subiranno alcuna ripercussione negativa, ma che, anzi, sono certo, miglioreranno addirittura la loro capacità di gestire le funzioni all’interno di un ambito territoriale ottimale.
Come insegna Obama: “Yes, We can”, dobbiamo solo volerlo !
Sono d’accordo con il Ministro ,
Crotone non merita la provincia .
Caro Luca,
La domanda è: perché Crotone non merita la Provincia?
Ti lascio inoltre con quest’ulteriore riflessione a proposito dei costosi doppioni decantati dal Ministro Griffi, quando egli rivestiva l’incarico di capo gabinetto dell’allora Ministro Renato Brunetta, nella sua qualità di Consigliere di Stato fuori ruolo poteva cumulare lo stipendio da magistrato con una lauta indennità di carica , con un reddito dichiarato nel 2011 di poco superiore ai 500.000,00 euro, ergo 1 miliardo delle vecchie lire! Quasi il doppio dell’indennità annua del Presidente degli Stati Uniti Obama!
Sei d’accordo anche con questo? E sul fatto che in Italia, i consiglieri di Stato (anche loro dipendenti pubblici) possono con il fuori raddoppiare lo stipendio?