Lettera aperta inviata dai rappresentati Mimmo Tomaino Segretario Generale UIL Crotone, Francesco Ierardi Segretario Generale UIL-FPL Crotone, Sara Polimeni e Giuseppe Federico Segreteria Provinciale UIL-FPL Crotone al direttore generale dell’Asp Rocco Nostro, al direttore sanitario Paravati ed al direttore dell’ospedale San Giovanni di Dio, Carcea. “In considerazione del fatto che nell’ultimo anno si è venuta a creare un’emergenza sul piano della carenza nella dotazione di personale in organico del presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” di Crotone, rivista anche la riorganizzazione della rete provinciale assistenziale dovuta al piano di rientro, il problema legato alla possibilità di contare su un piano occupazionale all’altezza dei fabbisogni, si è presentato, specialmente nell’ottica di sempre maggiore attenzione al controllo della spesa sanitaria. Sono sorte nuove esigenze, sia dovute alla rimodulazione delle varie unità operative e dei servizi, sia a causa dell’ aumento della complessità assistenziale, e che ha visto una diminuzione del personale in servizio, a causa dei pensionamenti, del blocco del turn-over e infine alla mancanza in questa azienda di figure come quella degli OSS, Operatori Socio Sanitari e di una rete organizzata di volontariato. Risulta, quindi, prioritaria per la UIL di Crotone, a tutti i livelli, un’azione mirata alla risoluzione della problematica citata senza ulteriore nuovo gravame per il bilancio in essere, ed in armonia con i dettami regionali e nazionali circa il controllo della spesa pubblica. Appare fin troppo evidente che il nuovo arduo obiettivo è quello di mantenere, anzi di incrementare gli attuali livelli LEA – Livelli Essenziali di Assistenza – senza però creare nuovi incrementi agli attuali costi programmati.
Le situazioni di grande sofferenza registrate in alcune unità operative – pronto soccorso, chirurgia, geriatria – devono trovare risposta anche attraverso strumenti che convoglino il personale là dove serve, pena l’impossibilità di mantenere gli attuali livelli di risposta alla collettività ed il mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il confronto tra l’amministrazione ed il sindacato, deve essere cadenzato in modo costante, soprattutto nell’ottica dell’acquisizione di priorità nell’assegnazione delle risorse economiche, ponderate nei diversi dipartimenti e non secondo interessi e coinvolgimenti privati, restituendo,soprattutto, il potere decisionale a chi effettivamente crea economia sostenibile. In tale ottica occorre rivolgersi alla rappresentanza sindacale, non quale mera funzione di controllo ma quale consulenza giuridico/economica e portatrice di alto valore aggiunto. Un advisor, insomma, capace di sostenere l’operato degli amministratori locali convogliandolo in scelte e/o soluzioni a basso costo ma ad alta marginalità sul profilo dei servizi. Allo scopo di realizzare maggiore stabilizzazione della risorsa umana che può così garantire efficacia davvero alta dei servizi, va individuata una rapida modalità di riorganizzazione del lavoro e di assunzione di personale mancante. Va rapidamente individuata una modalità di gestione diretta del personale infermieristico e tecnico per far fronte alle esigenze che vengono a crearsi in un’azienda sanitaria che non risponde solamente a mere logiche economiche ma a persone che hanno il diritto di essere curate. Il sistema dei LEA è articolato secondo un parametro di scala che prevede un rapporto equilibrato tra le varie figure operanti nel settore sanitario; è, altresì, importante verificare, attraverso un monitoraggio costante e realistico, quali siano gli effettivi carichi di lavoro di tutto il personale, ad esempio: il Pronto soccorso può contare in organico di 8 medici, 9 infermieri al giorno e ha un numero di ingressi pari a 150 /180 giornalieri e in alcuni periodi anche superiore a 200.
La UIL chiede:
• una organizzazione dei servizi che non sia attenta solo al personale, ma, anche e soprattutto, alle mutate esigenze del cittadino-utente, perché l’ospedale è un bene primario e i suoi dipendenti devono asservirsi, proprio così, all’interesse della collettività e non che, viceversa, l’ospedale sia asservito agli interessi del personale;
• la verifica del ricorso alle varie convenzioni che si stanno sottoscrivendo, che appaiono costose inutili ed in alcuni casi anche illegittime – basta leggere con cura l’ultima convenzione con la Croce Rossa, nella quale l’esclusiva disponibilità dell’ambulanza costa oltre l’effettivo chilometraggio, circa 7000 euro al mese, da pagare ad un’associazione che si definisce di volontariato e che già gode del rimborso di tutte le spese da parte dello stato;
• la verifica del corretto utilizzo della pronta disponibilità, che a parere di questa organizzazione sindacale non è utilizzata secondo necessità reali;
• l’utilizzazione di istituti come le prestazioni aggiuntive del personale come prevede l’ art. 1 del DL 402/2001, convertito in L. 1/2002 e s.m.i con le precisazioni contenute nell’art. 4, commi 1 e 2 della L. 120/2007;
• di sapere perché non è stato espletato l’avviso pubblico per 50 operatori socio sanitario, bloccato in modo improprio, prima ancora del piano di rientro;
• l’entrata in funzione della Banca delle ore art.40 CCNL integrativo2001, al fine di quantificare le ore di straordinario per singolo dipendente in base a quanto previsto dall’Accordo vigente, per evitare di sforare le percentuali previste per legge.
Questa Organizzazione Sindacale, ritiene, infine, opportuno citare in questa sede la sentenza n. 8254/11 del 3 Marzo 2011 con la quale la Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, ha recentemente ribadito gli obblighi di chi esercita la professione medica, concludendo che: “A nessuno è consentito di anteporre la logica economica a quella della tutela della salute, ne di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell’ammalato.[….]”. Consci di un vostro immediato riscontro nei confronti delle strutture aziendali del sindacato, nell’attesa vi porgiamo cordiali saluti”.