Parlarne nelle Sedi opportune con la prospettiva che si possa realizzare qualcosa di importante nella propria Città è sempre un fatto positivo. Lo è ancora di più se alle promesse seguiranno i fatti. Crotone in questo momento sta vivendo il peggiore periodo del dopo guerra per quanto riguarda l’occupazione e la cultura (soppressione delle fabbriche e la possibile abolizione della Provincia). Se qualcosa di nuovo si aggiunge al tessuto sociale e culturale a beneficio di tutto il territorio crotonese rappresenterà una boccata d’ossigeno per continuare a mantenere in vita una Città in coma. “Presto la città di Crotone potrebbe ospitare una sede distaccata dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Una scelta che potrebbe rappresentare una significativa occasione di sviluppo per l’intero territorio”. A dichiararlo la senatrice del Pdl Dorina Bianchi a margine dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Ritengo proficuo l’incontro avuto con Luigi Fiorentino, Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, – precisala Bianchi- nell’ottica di una collaborazione tra istituzioni per lo sviluppo culturale della provincia di Crotone”.
“Sollecitata anche dall’assessore alla cultura della Provincia di Crotone Giovanni Lentini – prosegue la parlamentare crotonese – voglio rivendicare la legittimità delle scelte che riguardano le politiche culturali e formative della nostra provincia, ancor più nell’attuale delicato contesto economico e normativo, funestato da previsioni di tagli alla spesa che rischiano di aumentare l’isolamento della nostra comunità territoriale con l’aggravante della soppressione di indispensabili presidi dello Stato”. “In questo quadro – concludela Bianchi– é necessario accogliere con speranza e ottimismo la nascita di un polo crotonese dell’Accademia delle Belle Arti, per non arrendersi alla mera logica ragionieristico-contabile di una politica fin troppo autoreferenziale, spesso incapace di comprendere che la cultura, in una prospettiva di sistema e di programmazione, può essere un fondamentale fattore di crescita sociale, economica e di miglioramento complessivo della qualità della vita”.