“A meno di qualche (improbabile) colpa di coda da parte della Camera dei Deputati a cui il testo del Decreto Legge sulla Spending Review è stato trasmesso – dopo aver incassato nei giorni scorsi la fiducia dal Senato – per la conversione definitiva in legge, la patata bollente delle Province passa ora alle Regioni, che avranno 90 giorni di tempo per formulare un’ipotesi di riordino nel rispetto dei criteri minimi dettati dal Governo, e che prevedono una popolazione minima di 350.000 abitanti ed un’ estensione territoriale minima: 2.500 km quadrati. Nessuna novità di rilievo quindi per la Provincia di Crotone, alla quale rimangono a disposizione solo due vie per tentare di salvarsi dalla scure del provvedimento. La prima, è nota: riguarda il ricorso alla Corte Costituzionale per eccepire i presunti vizi di costituzionalità contenuti all’interno del decreto, e sui cui, però, non intendo dilungarmi vista anche l’ampia rassegna già prodotta sulla questione. La seconda via, invece, è cogliere l’opportunità offerta proprio dalla norma sul riordino, per tentare di creare una grande provincia, che abbia un’estensione territoriale tale da abbracciare tutti i comuni del versante ionico fino ad arrivare ai confini con la Basilicata. Lo so, in molti penseranno che una proposta del genere è pura follia, se non addirittura eresia. E, alla fine, nessuno la prenderà in considerazione. Ma questa proposta è veramente cosi pazzesca, come qualcuno potrebbe pensare? Mica tanto, se solo per un attimo riusciamo a concentrare l’attenzione sulle opportunità di sviluppo e sulle ricadute economiche e sociali che una tale operazione potrebbe offrire per le popolazioni di Crotone e della Sibarite, senza per questo dimenticare quelle che vivono in mezzo a queste due realtà.
Proviamo un po’ ad allargare con la mente i nostri orizzonti, lasciando debitamente da parte i meri interessi di bottega (che costituiscono i veri freni a qualsiasi forma di sviluppo), pensiamo alla possibilità di migliorare la rete viaria, partendo dallo snodo autostradale di Sibari fino ad arrivare all’aeroporto di Crotone, all’opportunità di sviluppare un offerta turistica per l’intera fascia ionica, all’occasione per le tante imprese locali di espandere i propri mercati, alla possibilità di gestire meglio le questioni legate all’ambiente (in particolare la gestione del ciclo dei rifiuti), all’opportunità di creare sinergie tra i porti di Crotone e di Corigliano, allo sviluppo di itinerari storico culturali diversificati, e, più in generale, pensiamo alla voglia di crescere tutti insieme, di uscire dall’isolamento e di creare un futuro ai nostri figli. Tutto questo lo possiamo realizzare se pensiamo allo sviluppo della Calabria come una cosa sola, all’interno della quale sia concesso a tutti di crescere, anche come mentalità, nella consapevolezza che lo sviluppo delle singole parti determina lo sviluppo dell’insieme. Ciò, senza nulla togliere alla Provincia di Catanzaro e di Cosenza, territori questi già molto ampi, che dal processo di riordino non subiranno alcuna ripercussione negativa, ma che, anzi, sono certo, miglioreranno addirittura la loro capacità di gestire le funzioni all’interno di un ambito territoriale ottimale. Come insegna Obama: “Yes, We can”, dobbiamo solo volerlo!”
tutti parlano di tagli, ma credo che nessuno (i nostri politici) sanno fare i conti o conoscono la matematica per farli. tagliano provincie e comuni con bilanci quanto un loro rimborso spese! perchè non si inizia a tagliare stipendi e privilegi di senatori e deputati, pensioni d’oro per andare a dormire a Roma o a giocare con il tablet, perchè non tagliare gli stipendi di assessori e consiglieri regionali incapaci di ascoltare le esigenze di una terra, perchè non tagliare le auto blu e i mille privilegi dei politici, se guadagnano tanto potranno anche permettersela un auto o una cena, non credete? per quanto riguarda lo sviluppo credo che fino a quando ai tavoli decisionali si sederanno persone incompetenti, che non sanno di che parlano, è possibile uno sviluppo! sento ancora parlare di sviluppo su settori ormai obsoleti e siamo incapaci di ascoltare il mondo e la sua evoluzione! prima dello sviluppo in questa terra si devono creare i presupposti di senso civico e rispetto delle regole per poi sfruttare le nostre risorse, ricche ed innumerevole, che credo che chi ci governa ignora!