Un altro calcio è possibile. Un calcio dove tutti sono fratelli, che si tinge dei colori delle tante nazionalità e del calore della solidarietà, dell’accoglienza e dell’integrazione. E’ quello che è successo nel quartiere di S. Anna di Isola di Capo Rizzuto, dove si è svolta, presso il campo sportivo “Rocco Leone” a S. Anna, “la partita dell’amicizia”: un incontro di calcio tra la squadra locale amatori e una rappresentativa degli ospiti del Centro di Accoglienza CARA di S. Anna, con qualche innesto dei minori di “Casa Emmaus” Centro di Accoglienza per Minori non Accompagnati. La manifestazione è stata promossa dalla U.S. Sant’Anna, squadra che milita in Promozione, in collaborazione con la Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, associazione che gestisce il Centro di Accoglienza e Casa Emmaus, la lega Calcio dilettanti e la Parrocchia locale e che è stata patrocinata dal Gruppo Consiliare Regionale Udc. Ad accogliere la squadra degli ospiti del centro il Parroco don Giuseppe Santoro, il Presidente dell’US Sant’Anna, Salvatore Maiolo e il Capogruppo Consiliare Udc Alfonso Dattolo. A bordo campo numerosi gli spettatori e i curiosi, la squadra degli ospiti del Centro è arrivata accompagnata da una numerosa compagine di tifosi che hanno incitato i loro beniamini senza sosta.
Una Manifestazione che ha raggiunto senz’altro l’obiettivo che si era prefissato il Presidente Maiolo, quello cioè di rendere attiva nel sociale la Società US Sant’Anna, dimostrando tutto l’interesse per l’integrazione degli immigrati che convivono nel territorio. L’auspicio di tutti gli organizzatori è che occasioni di integrazione come queste possano diventare sempre più numerose. Sempre più importante è costruire occasioni di incontro e conoscenza reciproca fra italiani e migranti, lo sport è un linguaggio universale, in un campo possono incontrarsi e giocare una partita persone di culture diverse, di lingue diverse, incontrarsi e riuscire a comunicare, come è successo a S. Anna, dove le squadre si sono affrontate a viso aperto, ma sempre con la massima correttezza. Per puro dovere di cronaca la partita è finita in parità 4 a 4, un risultato che la dice tutta sull’impegno e sullo spettacolo che non sono di certo mancati.