“La situazione in cui versa AKREA continua ad essere sempre più preoccupante, nonostante le rassicurazioni che il consiglio di amministrazione si affretta a fornire ogni qualvolta vengano mossi dubbi sullo stato finanziario della società. Se le casse dell’azienda – prosegue la nota del consigliere comunale Cesare Spanò – sono talmente esangui da indurre a richiedere al Comune di Crotone un’anticipazione di una mensilità, vuol dire che più di qualcosa non funziona. E proprio nelle motivazioni della delibera di giunta (la n. 241 dell’11.07.2012) che autorizza l’operazione, si fa riferimento all’incapacità della partecipata di erogare con regolarità gli stipendi ai propri dipendenti. AKREA paga inevitabilmente l’assenza di scelte politiche ed è costretta ad operare in modo precario priva del supporto della sua proprietà: il Comune di Crotone. La maggioranza non sembra cogliere fino in fondo la gravità dello scenario delle aziende partecipate, e questo nonostante il grido di allarme sollevato dalle minoranze nel corso di una manifestazione in febbraio, dal titolo significativo: “Servizi Pubblici Locali – Riformare per non affondare”. La politica nicchia, resta immobile come se il tempo possa da solo aggiustare le cose.
L’argomento non trova spazio neppure nelle commissioni consiliari, che nella frenesia di convocazioni continue non ritengono utile porre in discussione il tema dei servizi pubblici, dimenticando che la qualità della vita nella nostra città sta subendo una preoccupante involuzione. E’ grave ad esempio che ancora non sia stata affidata ad AKREA la gestione del verde pubblico, mettendo a rischio dodici dipendenti da anni impegnati. Proprio ieri il consiglio di amministrazione era convocato per valutarne il licenziamento non essendovi le basi per mantenerli in organico. E questo avviene mentre il comune prosegue in modo del tutto irrazionale a intervenire sulle aree verdi, senza individuare una strategia. Eppure da presidente di AKREA ho contribuito alla stesura di un piano di gestione del verde, uno dei pochi esempi nel Sud Italia che avrebbe reso più razionale ed efficiente quest’area di azione dell’amministrazione comunale. Probabilmente in piazza della Resistenza qualcuno ha piani diversi, visto che si preferisce abbandonare nel limbo una società di servizi integralmente posseduta, lasciandola priva di risorse finanziarie e di mezzi per garantire servizi di maggiore efficienza”.