Si tratta dell’ennesimo referendum che però ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica. La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012 (termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012). Ci vogliono 500.000 firme altrimenti verrà persa l’ennesima buona occasione per dare un duro colpo alla casta. Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diario a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma.
Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con funzioni di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate; possono altresì stabilire le modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni assenza dalle sedute e delle Commissioni. E’ solo un piccolo passo, visto che tutta questa legge meriterebbe una bella spolverata, ma è pur sempre un passo necessario per far partire il movimento popolare pacifico di rivolta che c’è in tutta Italia contro gli stipendi pagati al mondo della politica, mentre la gente comune fa la fame.
…ma è possibile che è necessario un referendum per decurtare gli stipendi d’oro dei nostri parlamentari? non posso credere che loro non si accorgano dell’enorme sperequazione che esiste tra la ricchezza a loro elargita e quella ripartita fra il resto della popolazione, e ancor di più non credo che serva un referendum che glielo faccia notare, si guardi a tanti referendum del passato, votati dalla cittadinanza con un certo risultato e poi palesemente ignorati dalla classe politica….. vogliamo farci ancora del male, farci prendere in giro un’altra volta, andare a votare l’ennesimo referendum il cui ovvio risultato sarebbe inevitabilmente aggirato dalla casta?? a mio avviso bisogna cominciare ad agire, scendendo nelle piazze, in massa, reclamando i nostri diritti, reclamando un cambiamento radicale delle istituzioni – non solo cambio delle persone che ne fanno parte, ma taglio del numero delle persone, livellamento dei loro stipendi non alla media europea, ma alla situazione economica del paese, tassazione “vera” della ricchezza finanziaria e non simbolici prelievi fatti solo per mettere a tacere il popolino, ecc – e purtroppo sono certa che si arriverà a scendere in piazza, come accade in Grecia in Spagna e altrove, poichè (e lo dico con rammarico) di questo passo arriveremo a raschiare il fondo del barile anche noi come loro e allora non ci resterà altro da fare. Altro che referendum.
Finalmente una bella iniziativa. Peccato che non sia stata divulgata affatto dai mass media!!!!
Il motivo lo sapiamo tutti. E’ arrivata l’ora che anche la cosiddetta “casta” stringa le cinghia, come le fanno stringere a noi.